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Chi sono gli uomini scelti da Trump per bloccare l'inchiesta Russiagate

Daniele Raineri

Ora che Sessions non c’è più, il presidente conta su due fedelissimi per domare il procuratore speciale Mueller. E la carovana? Sparita

New York. Il presidente Donald Trump non ha lasciato passare nemmeno un minuto dopo avere perso il controllo della Camera alle elezioni di metà mandato e si è concentrato sul pericolo più grande, che non è la carovana dei migranti già misteriosamente sparita dai suoi tweet e dal canale Fox News ma l’inchiesta del procuratore speciale Robert Mueller sulla possibile collusione tra la sua campagna elettorale e il governo russo. Fonti della Cnn sostengono che Trump sta preparando le risposte scritte alle domande che gli ha inviato il procuratore. Un tempo si sentiva abbastanza sicuro per essere interrogato di persona, ma come ha scritto Bob Woodward nel suo ultimo libro il suo avvocato prima di abbandonarlo glielo sconsigliò perché avrebbe fatto “la figura del coglione” e c’era il rischio che si sarebbe autoincriminato. Le risposte scritte sono uno degli ultimi pezzi che mancano alla squadra di Mueller, che sempre secondo la Cnn è impegnata a stendere il rapporto finale. Questo spiega perché Trump due giorni fa ha cacciato a pedate il suo ministro della Giustizia, Jeff Sessions, che lui considerava troppo debole. Sessions aveva chiesto di poter restare fino a venerdì – cioè oggi – ma non gli è stato concesso. Ora che non c’è più, Trump può nominare un sostituto ad interim che per 210 giorni potrà agire come se fosse il ministro della Giustizia senza essere confermato dal Senato – e se serve potrà restare per un secondo mandato di altri 210 giorni.

 

Trump ha scelto di rimpiazzare Sessions con Matt Whitaker, un suo fedelissimo che è stato protagonista di una scalata rapida nei ranghi dei trumpiani di Washington. Il predecessore aveva deciso di ricusare se stesso dall’indagine – quindi di non occuparsene per non scatenare il sospetto di interferenze – ma Whitaker prenderà il suo posto proprio con l’intenzione di ostacolare il lavoro di Mueller.

 

E’ il mandato esplicito di Trump, che più volte su Twitter ha accusato Sessions di non fare nulla per fermare “la caccia alle streghe”. Ieri i media americani ricordavano quando Whitaker aveva detto a un compagno di viaggio sul volo che dall’Iowa lo portava a Washington che si stava spostando nella capitale con la speranza di farsi notare da Trump a furia di interviste televisive a suo favore. Nel luglio 2017 fu sentito come esperto legale dalla Cnn e disse che “per bloccare l’indagine un nuovo ministro della Giustizia al posto di Sessions potrebbe ridurre il budget a disposizione di Mueller così tanto da impedirgli effettivamente di andare avanti”. Il piano di Whitaker, che fu presto preso come capo dello staff alla Giustizia, ha funzionato. Il controllo dell’indagine intanto era passato a un vice del ministro, Rob Rosenstein, adesso finirà a lui.

 

Whitaker in passato aveva preso posizione contro Mueller in molte occasioni. Una volta ha detto che l’inchiesta dovrebbe essere limitata a certi settori e non esondare fino a toccare le finanze del presidente, un’altra ha detto che gli avvocati non dovrebbero collaborare con la “folla pronta al linciaggio di Mueller”. C’è anche un altro nome che circola, questa volta non come sostituto ad interim ma come ministro della Giustizia definitivo: Kris Kobach, un ultratrumpiano che ha appena perso l’elezione per il posto di senatore del Kansas contro la democratica Laura Kelly. Kobach è stato molto criticato perché come tema portante della sua campagna ha scelto l’allarmismo sull’immigrazione – in uno stato lontano da tutti i confini nazionali – e in passato si è coperto di ridicolo quando scelse di difendersi da solo per una denuncia in tribunale ma lo fece così male che il giudice lo condannò per oltraggio alla corte a sei ore di educazione civica obbligatoria. Whitaker o forse Kobach avranno un potere enorme sull’indagine del procuratore Mueller. Potrebbero decidere di tenere segreto il rapporto finale e anche se la Camera a maggioranza democratica potrebbe chiedere di vederlo non è chiaro chi prevarrebbe. Potrebbero bloccare giorno per giorno tutte le prossime decisioni di Mueller: chi mettere in stato d’accusa, chi interrogare, quali documenti ottenere. Hanno il potere di interferire su tutto, a cominciare dai fondi, come lo stesso Whitaker aveva previsto.

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  • Daniele Raineri
  • Di Genova. Nella redazione del Foglio mi occupo soprattutto delle notizie dall'estero. Sono stato corrispondente dal Cairo e da New York. Ho lavorato in Iraq, Siria e altri paesi. Ho studiato arabo in Yemen. Sono stato giornalista embedded con i soldati americani, con l'esercito iracheno, con i paracadutisti italiani e con i ribelli siriani durante la rivoluzione. Segui la pagina Facebook (https://www.facebook.com/news.danieleraineri/)