Ralph Brinkhaus (foto LaPresse)

Per la prima volta il capogruppo della Cdu non sarà un merkeliano

Daniel Mosseri

Nessuno puntava su Ralph Brinkhaus, eletto alla guida della Fraktion. Decisiva la fronda interna alla Csu bavarese

Berlino. Nella sua lunga carriera di cancelliera Angela Merkel ha affinato la sua naturale predisposizione a risolvere le controversie a bassa voce e, quando necessario, a incassare i colpi con un sorriso. Così, la leader cristiano democratica è stata la prima a complimentarsi con Ralph Brinkhaus per la sua elezione a capogruppo dell’Unione, e cioè del gruppo parlamentare unificato della Cdu e della sua costola bavarese, la Csu. Il voto per la scelta della guida della Fraktion un anno dopo l’avvio della legislatura è una peculiarità dei cristiano democratici tedeschi. Secondo la tradizione, appena il Bundestag si insedia i parlamentari Cdu-Csu eleggono un capogruppo per un anno, alla fine del quale lo confermano per altri tre. Da qualche tempo però la politica tedesca si è riscoperta molto meno tradizionalista del solito e se mesi fa si è immaginato l’insediamento di una coalizione Giamaica fra il centrodestra e i Verdi, oggi la novità viene dal cuore pulsante del partito di Merkel: l’eletto Brinkhaus non è infatti il capogruppo uscente della Cdu-Csu Fraktion ma lo sfidante dell’ex titolare Volker Kauder.

 

Uomo di strettissimo rito merkeliano, Kauder ha guidato il gruppo parlamentare dell’Unione per 13 anni consecutivi, a cavallo di tre legislature. Quando Angela Merkel fu chiamata a guidare il governo federale nel novembre del 2005, fu Kauder a sostituirla alla testa dei deputati. La sua rielezione sembrava del tutto scontata, poi, qualche settimana fa il suo numero due Ralph Brinkhaus ha deciso di contendergli lo scranno. Che la popolarità di Kauder fra i peones fosse un po’ in calo lo si era notato un anno fa quando fu rieletto capogruppo con “solo” il 77 per cento dei voti dei parlamentari. In questo senso, la candidatura Brinkhaus sembrava puntare alla conta dei deputati Cdu stanchi della vecchia guida. La circostanza, poi, che negli ultimi 30 anni mai nessuno avesse sfidato il capogruppo uscente dopo il primo giro di boa era una novità sufficiente per segnalare ai piani alti del partito che “c’è bisogno di novità”, come annunciato dallo stesso Brinkhaus.

 

Sulla sua elezione con 125 voti contro i 112 ricevuti da Kauder non ci avrebbero però scommesso in molti. Brinkaus si è affrettato a dire che la sua scelta da parte dei deputati non va letta come un atto di ostilità verso la cancelliera. Originario della Westfalia e già incaricato del dossier Finanze – nel 2016 dichiarava che tutto il tesoretto sapientemente accumulato da Wolfgang Schäuble “va interamente dedicato all’integrazione di immigrati e rifugiati” – Brinkhaus non si è mai distinto nel partito per aver preso le distanze dalla cancelliera. Alla sua elezione hanno però contribuito una serie di circostanze fra cui la fronda interna alla Csu. Il presidente dei cristiano-sociali bavaresi e ministro degli Interni Horst Seehofer è in rottura con il suo partito che gli rimprovera di non tenere testa a Merkel sull’immigrazione, e molti fra i 46 deputati federali eletti in Baviera saranno stati lieti di contraddire la sua indicazione di voto pro-Kauder. Il Land meridionale va al voto fra tre settimane e i giornali pullulano di scenari su come e quando la Csu potrà sbarazzarsi del suo ingombrante presidente, causa di imbarazzi con la sua contestazione rumorosa ma poco efficace. A favore di Brinkhaus ha poi giocato il fattore stanchezza: per anni, l’uomo della Merkel ha fatto da cinghia di trasmissione fra cancelleria e Bundestag, imponendo una ferrea disciplina di voto. Ai deputati dell’ultima fila, il rassicurante Brinkhaus ha promesso un po’ più di autonomia, finendo per vincere.

Di più su questi argomenti: