La nave dell'ong Proactiva Open Arms (foto LaPresse)

La vera emergenza migranti ora è in Spagna e le ong si allontanano dalla Libia

Luca Gambardella

La nave umanitaria Open Arms si accorda con la guardia costiera di Madrid. Agirà tra Marocco e coste iberiche. Salvini esulta. Ma è il segno che i presunti rischi di invasione non riguardano l'Italia

La guerra del governo italiano alle ong che operano nel Mediterraneo e il minor numero di arrivi lungo la rotta libica hanno convinto Proactiva Open Arms a spostare la propria area di intervento in mare nella zona compresa tra la Spagna e il Marocco. L'ong e il governo socialista di Pedro Sánchez hanno trovato un accordo – così riferisce Open Arms – affinché la nave umanitaria collabori con la guardia costiera di Madrid nelle operazioni di soccorso. L'intesa raggiunta lascia invariate le mansioni dell'ong, cioè il salvataggio nell'area compresa tra Gibilterra, Marocco e mare di Alborán, lasciando però alla guardia costiera spagnola il compito di coordinare gli interventi.

 

Dal 26 agosto scorso la chiusura dei porti italiani e le tante querelle diplomatiche tra Roma e Malta su dove fare sbarcare i migranti salvati in mare hanno impedito all'organizzazione non governativa di svolgere operazioni di salvataggio al largo della Libia. La nave è rimasta per lungo tempo ormeggiata al porto di Barcellona, ed è stata sottoposta dalle autorità spagnole a ben quattro ispezioni amministrative in due mesi. Le stesse difficoltà hanno interessato anche le altre navi umanitarie, a cominciare da Aquarius. Così, l'imbarcazione gestita dai tedeschi di SOS Méditerranée e da Medici senza frontiere è stata costretta a ritirarsi dalla zona sar (search and rescue) al largo della Libia e a rientrare in Francia, ormeggiata al porto di Marsiglia. "Ora in mare non è rimasta più nessuna ong – ha esultato il ministro dell'Interno Matteo Salvini su Twitter – Abbiamo fatto più noi in tre mesi di governo che il Pd in cinque anni. Noi andiamo avanti, senza paura, non saranno inchieste o minacce a fermarci!".

 

 

Ma alla base della decisione di Open Arms di cambiare area di intervento non c'è solo l'offensiva del governo italiano, ma anche un altro dato oggettivo, quello del calo degli arrivi dei migranti lungo la rotta del Mediterraneo centrale. Secondo gli ultimi dati forniti dall'Unhcr, il paese europeo che al momento assorbe il maggior numero di arrivi dall'Africa è la Spagna. Il report di luglio 2018, pubblicato dall'agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati, conferma che non c'è nessuna emergenza migratoria lungo le nostre coste, a differenza di quanto percepito nel paese e raccontato dal ministro Salvini. I numeri dicono che sono stati 27.500 gli immigrati arrivati via mare o via terra nel paese iberico. Seconda è la Grecia, con 26.100 persone accolte. Solo terza l'Italia, con 18.500 persone sbarcate.

 

Non è la prima volta che Open Arms, attiva nel Mediterraneo dal 2015, cambia quadrante in cui operare in base alle priorità. "Quando la pressione migratoria era a Lesbo siamo andati in Grecia, quando è stata nel Mediterraneo centrale abbiamo offerto aiuto all'Italia, ora ci mettiamo al servizio della guardia costiera spagnola", ha detto il fondatore dell'ong, Oscar Camps. Così, nell'area compresa tra Libia, Malta e Italia resterà solo un veliero di Open Arms, l'Astral, che avrà il mero compito di monitorare la rotta, senza compiti di salvataggio.

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  • Luca Gambardella
  • Sono nato a Latina nel 1985. Sangue siciliano. Per dimenticare Littoria sono fuggito a Venezia per giocare a fare il marinaio alla scuola militare "Morosini". Laurea in Scienze internazionali e diplomatiche a Gorizia. Ho vissuto a Damasco per studiare arabo. Nel 2012 sono andato in Egitto e ho iniziato a scrivere di Medio Oriente e immigrazione come freelance. Dal 2014 lavoro al Foglio.