Migranti bloccati al confine con la Grecia nel campo profughi di Idomeni (LaPresse)

Fico sconfessa Salvini sui migranti: "Se Orbán non vuole le quote dev'essere multato"

Redazione

In Germania continua lo scontro tra Merkel e Seehofer. La cancelliera dovrà trovare un'intesa sull'immigrazione a livello europeo al vertice del 28 e 29 giugno

Roma. A poche ore dall'incontro tra il premier italiano Giuseppe Conte e la cancelliera tedesca Angela Merkel a Berlino, nel quale si parlerà fra le altre cose anche di immigrazione, Merkel ha accettato la scadenza posta dal ministro dell'Interno e leader della Csu, Horst Seehofer, di risolvere sulla questione migranti entro le prossime due settimane con i partner europei. Merkel ha detto di "avere un mandato forte di Csu e Cdu" e ha assicurato "il sostegno per cercare accordi al summit Ue di fine giugno. Vogliamo rappresentare gli interessi tedeschi ed europei insieme. Ma queste decisioni non vanno prese in modo unilaterale ma dopo consultazioni", ha dichiarato in conferenza stampa. Seehofer aveva minacciato di iniziare a respingere i migranti al confine se non verrà trovata un'intesa a livello europeo al vertice Ue del 28 e 29 giugno. Merkel ha anche detto che "un ingiustificato allontanamento di persone dai confini della Germania potrebbe scatenare un effetto domino", ma ha aggiunto di avere accettato una richiesta della Csu di "vietare l'accoglienza di persone che erano state precedentemente espulse". 

    
La lotta all'immigrazione ha consegnato alla Germania la sua "peggior crisi" in oltre un decennio. La cancelliera si trova in una posizione precaria al suo quarto mandato, stretta fra l'opposizione e le posizioni divergenti dei suoi alleati politici sull'immigrazione: la Csu è contraria a nuovi ingressi e vuole che la polizia tedesca impedisca ai rifugiati, che sono già registrati come richiedenti asilo in altri paesi europei, di entrare in Germania. Quando, la settimana scorsa, Merkel ha bloccato la proposta, è iniziato lo scontro con Seehofer. Il confronto si è trasformato in una lotta di potere tra i due partiti, da tempo alleati chiave. "Questa è sicuramente la peggior crisi che Merkel ha dovuto affrontare nei suoi 13 anni da cancelliere", ha detto lunedì alla Cnbc Annette Weisbach Holger Schmieding, capo economista di Berenberg Bank. Tuttavia, se dovesse cadere il governo, anche la Csu ci rimetterebbe. Oggi Merkel ha incassato il sostegno della leadership del suo partito per cercare una soluzione europea alla crisi: secondo l'agenzia tedesca Dpa, si sono schierati al suo fianco, tra gli altri, Armin Laschet, primo ministro del nord Reno-Westfalia, Volker Bouffier (Hesse) e il ministro della Difesa, Ursula von der Leyen. 

         

Intanto, sul fronte italiano, arriva l'attacco del presidente della Camera Roberto Fico al nuovo asse tra Roma e i paesi dell'Europa centro-orientale, appartenenti al gruppo di Visegrád. In particolare il grillino Fico è intervenuto contro il presidente ungherese Viktor Orbán: "Chi non vuole le quote deve avere le multe, quindi se Orbán non vuole le quote dev'essere multato". Fico ribadisce che "è fondamentale ridiscutere il regolamento di Dublino con Francia e Germania, mettendo fuori le posizioni estreme di Orbán che non vuole le quote". Una posizione che sconfessa quella del ministro dell’Interno Matteo Salvini, che aveva definito “una vittoria per noi” lo stop alla riforma delle regole di Dublino, provocato da una serie di veti incrociati e che a oggi è un’enorme sconfitta per l’Italia, che rischia così di diventare davvero il “campo profughi” dell’Ue alla prossima crisi migratoria. Esattamente quello che Orbán e i paesi dell'est speravano.