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Trump e 14 governi alleati seguono Londra e cacciano diplomatici russi

Daniele Raineri

L’America espelle 60 agenti di Mosca, duri anche i paesi europei (pure l’Italia). Il Cremlino minaccia ritorsioni. Il rinnovo delle sanzioni

Roma. Sembrava che la missione del primo ministro britannico, Theresa May, la settimana scorsa a Bruxelles per convincere gli europei a una risposta comune contro la Russia fosse fallita e invece la sua diplomazia e la condivisione di intelligence hanno ottenuto un risultato enorme. Ieri l’Amministrazione Trump e quattordici governi alleati in Europa inclusa l’Italia “hanno annunciato l’espulsione di cento agenti dell’intelligence russa entro una settimana” – come ha riferito May alla Camera – e altre espulsioni sono state annunciate anche da Canada e Ucraina, in risposta all’uso di un’arma chimica a Salisbury, vicino Londra, per tentare di uccidere un disertore russo e sua figlia. Si tratta del colpo più duro a livello internazionale per la Russia del presidente Vladimir Putin, appena rieletto una settimana fa, dal 2014, quando il paese fu estromesso dal G8 dopo l’annessione con la forza militare della Crimea. In quell’occasione Putin aveva negato che i militari in divisa verde senza contrassegni che avevano eseguito l’operazione fossero russi, salvo confermare che invece erano proprio russi un anno più tardi (furono premiati con medaglie). Le misure punitive annunciate ieri sono un messaggio stranamente netto in questi tempi poco chiari: la comunità internazionale non crede alle parole di Putin, che soltanto sabato scorso ha escluso di persona qualsiasi responsabilità da parte dei suoi servizi segreti.

 

L’Amministrazione Trump ha annunciato l’espulsione di sessanta agenti russi, quarantotto dal consolato di Seattle – dove rappresentavano un rischio per la vicinanza a una base di sottomarini e alla sede della Boeing – e dodici in servizio alle Nazioni Unite. Il consolato sarà chiuso. Le dichiarazioni rilasciate da Casa Bianca e dipartimento di stato usano parole molto dure, senza alcuna ombra di dubbio a proposito di quello che è successo a Salisbury. “Il 4 marzo la Russia ha usato un agente nervino di grado militare per tentare di assassinare un cittadino britannico e sua figlia…” è l’incipit del dipartimento di stato. Le espulsioni “di oggi rendono l’America più sicura perché riducono la capacità della Russia di condurre operazioni clandestine che minacciano la sicurezza nazionale americana” è il commento della Casa Bianca. Il quindici marzo l’Amministrazione aveva già annunciato sanzioni molto dure per punire i tentativi di sovversione durante le elezioni presidenziali e questo vuol dire che nel giro di dieci giorni il presidente Donald Trump ha autorizzato una risposta più determinata di quanto si pensasse. La Russia, dopo tre settimane di schermaglie sui social media e di sbeffeggiamenti, annuncia una ritorsione altrettanto dura.

 

I governi europei hanno espulso russi in misura della loro grandezza. La Francia quattro, la Germania quattro, l’Italia due. Il leader della Lega, Matteo Salvini, che ha buone possibilità di decidere l’indirizzo del prossimo governo, si è schierato contro la misura punitiva e ha confermato la sua posizione filo Russia. Il prossimo rinnovo delle sanzioni italiane contro Mosca, in programma per settembre, sarà molto difficile.

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  • Daniele Raineri
  • Di Genova. Nella redazione del Foglio mi occupo soprattutto delle notizie dall'estero. Sono stato corrispondente dal Cairo e da New York. Ho lavorato in Iraq, Siria e altri paesi. Ho studiato arabo in Yemen. Sono stato giornalista embedded con i soldati americani, con l'esercito iracheno, con i paracadutisti italiani e con i ribelli siriani durante la rivoluzione. Segui la pagina Facebook (https://www.facebook.com/news.danieleraineri/)