Angela Merkel con un gruppo di giovani (foto LaPresse)

Anche i più inclini al cambiamento in Germania non vogliono cambiare

Francesco Maselli

I giovani Merkel sono il 57 per cento dei diciotto-ventenni

Roma. A 63 anni Angela Merkel si avvicina con calma al suo quarto mandato da cancelliere. La leader della Cdu è tornata oggi a Berlino dopo tre settimane di vacanza, evidentemente poco preoccupata dall’appuntamento elettorale: tutti i sondaggi danno il suo partito tra i 15 e i 20 punti di vantaggio sui socialdemocratici di Martin Schulz e la sua campagna elettorale è stata caratterizzata dalla sobrietà, dall’idea che il paese funziona, perché cambiare chi lo guida? Lo stato d’animo che gli strateghi merkeliani vogliono comunicare è ben rappresentato da uno degli ultimi manifesti, dove si vede una donna stesa su un prato, rilassata, con lo slogan che recita: “Godetevi l’estate ora, e fate la scelta giusta in autunno”. Angela Merkel ha abituato i tedeschi a una leadership misurata, poco avvezza ai grandi slogan, molto solida. Quasi noiosa. E se la sua popolarità tra la benestante borghesia bavarese non stupisce, il successo che raccoglie tra i giovani sorprende e fa riflettere. Secondo un sondaggio dell’istituto Forsa condotto a giugno, il 57 per cento dei giovani tra i 18 e i 21 anni la vorrebbe come cancelliera, più del 53 per cento del totale degli intervistati. E’ un risultato in controtendenza: in Italia i giovani guardano al Movimento 5 stelle, in Francia ai movimenti antisistema di Jean-Luc Mélenchon e Marine Le Pen, mentre il partito Les Républicans, assimilabile alla Cdu tedesca, ha raccolto solo il 9 per cento dei voti degli elettori con meno di 25 anni alle ultime elezioni.

 

Ulrike Sauer, corrispondente da Roma della Süddeutsche Zeitung spiega al Foglio perché i giovanissimi si schierano compatti per la cancelliera: “E’ abbastanza comprensibile che i giovani vadano a votare per Angela Merkel. Se cresci in un paese dove non ci sono preoccupazioni e questo stato di cose è anche legato alla capacità di chi governa, non hai motivo di ribaltare il tavolo. La scelta di aprire le frontiere e accogliere un milione di siriani ha suscitato ammirazione e consenso, soprattutto tra i giovani. Certo, la decisione non è stata indolore, e probabilmente la successiva marcia indietro ha intaccato l’aura di grande leader della Merkel, che ha dovuto salvaguardare il suo elettorato conservatore. Ma, in ogni caso, ha reso la cancelliera più gradita anche ai liberali”.

 

La cancelliera è al potere da 12 anni, chi vota oggi per la prima volta era alle elementari quando Merkel ha iniziato a governare il paese, per queste persone la politica tedesca ha sempre avuto un solo nome e cognome. Manfred Güllner, presidente dell’istituto di sondaggi Forsa, ha riassunto efficacemente lo stato d’animo di questa generazione in un’intervista al Financial Times: “Queste persone sono cresciute con Merkel. Per loro è una sorta di nonna”. Possibile che non abbiano voglia di cambiare? Che la voglia di farla pagare alla classe dirigente non abbia attecchito oltre le Alpi e il Reno? “Perché dovrebbero voler cambiare?” chiede Sauer “la situazione tedesca non è comparabile a quella di altri paesi europei. Tra l’altro va notata una differenza fondamentale: non esiste un vero partito populista. L’unico che era emerso, Alternative für Deutschland, si è praticamente suicidato. In Germania non esiste qualcuno che dica ‘votate con la pancia’ come può fare Grillo in Italia. Nessuno lo ascolterebbe. In questo momento è tutto più razionale, le persone non si fanno trascinare dalle emozioni quando devono scegliere chi votare. Anche perché, diciamolo, che cosa può offrire oggi un partito populista ai tedeschi? La Germania non è un paese perfetto, ma non ha difficoltà che possono essere paragonate a quelle che vive la società francese o italiana. I giovani lo capiscono e si sentono più sicuri con Merkel, che conoscono e vedono come garante del relativo benessere e della stabilità del paese. Anche perché le alternative competitive non esistono”.

 

Il fatto che in Germania non ci siano mai state delle campagne antisistema da parte dei media ha di sicuro contribuito a tenere sotto controllo la voglia di ribellione dei più giovani, un’opinione pubblica più riflessiva ha accompagnato e incoraggiato un determinato stile di governo. Secondo Sauer: “Un libro come ‘La casta’ in Germania non avrebbe senso. I giornali non potrebbero condurre una campagna sui privilegi della politica, sulla casta, perché una cosa del genere non esiste. Non esistono inviti alla ribellione perché la realtà tedesca è diversa da quella italiana. Dopotutto il mondo dei media è un riflesso della società, e la società tedesca non ha ancora fatto scaturire un bisogno di risposte semplici a problemi complessi. Per chiedere un grande cambiamento, per ribellarti, anche a 18 anni, hai bisogno di un motivo, che sia fondato o costruito. Ai giovani tedeschi la situazione attuale non dà sufficienti motivi per farlo ”.

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