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Linda emersa in Iraq

Daniele Raineri

Una sedicenne tedesca che si era unita allo Stato islamico rispunta a 600 km dall’ultimo avvistamento

Roma. Quando hanno preso anche gli ultimi metri di Mosul che erano ancora controllati dallo Stato islamico, i soldati iracheni hanno trovato una sedicenne bionda. Pensavano fosse una sabaya, vale a dire una schiava, appartenente agli yazidi – la minoranza perseguitata dallo Stato islamico – perché non parlava arabo come gli arabi, sul posto è arrivato di corsa anche un responsabile yazida che si occupa di identificare le prigioniere liberate. La ragazza però è Linda Wenzel, una tedesca che abitava con la famiglia vicino a Dresda e che nel luglio 2016, dopo una conversione molto veloce all’islam cominciata pochi mesi prima, era scappata per raggiungere lo Stato islamico. Su Twitter dicono che fosse un cecchino, ma su Twitter gira ogni sorta di schifezza quindi ci atterremo a quello che si sa: era andata a raggiungere lo Stato islamico irretita da un contatto che non è stato ancora identificato pubblicamente. La famiglia racconta un paio di dettagli significativi. Uno, fino a pochi mesi prima della fuga non aveva mai nemmeno preso un treno da sola, quindi era facile immaginare che per volare a Istanbul con il passaporto di sua madre e per attraversare il confine con la Siria avesse ricevuto aiuto da parte di qualcuno. Due, dopo la sua fuga la famiglia trovò che sul suo computer lei usava anche una seconda identità Facebook, che aveva creato per tenere i contatti con lo Stato islamico. E’ una storia di lavaggio di cervello e come si sa non è eccezionale.

 

La settimana scorsa sempre nella Città vecchia di Mosul sono state trovate altre quattro donne tedesche. Dove i soldati hanno trovato Linda c’erano anche venti donne, turche, cecene, canadesi e russe. Ma c’è di più e occorre fare un po’ di attenzione alla geografia.

 

Linda è entrata in Siria nel luglio del 2016 attraverso il valico che sta più a ovest, Bab al Hawa, la “porta del vento”, vicino al Mediterraneo, ed è rispuntata fuori dalle rovine di un bunker a Mosul, seicento chilometri più a est, in un’altra nazione e in una città che è sotto assedio completo da novembre 2016. Una delle teorie più credibili dice che le sia stato indicato un varco così a ovest perché gli altri varchi nel confine turco, quelli più vicini allo Stato islamico, sono chiusi da tempo e sorvegliatissimi proprio per intercettare i sempre meno volontari stranieri che vanno verso Raqqa e verso Mosul. A Idlib lo Stato islamico in teoria non c’è più da fine 2013, com’è possibile che Linda abbia superato zone di guerra in mano ai gruppi ribelli o all’esercito siriano oppure ai curdi e sia arrivata a destinazione? La storia ci dice quello che già temiamo: che quando lo Stato islamico abbandona una zona si lascia dietro comunque una rete di fiancheggiatori non dichiarati, non cede mai proprio del tutto. In questo caso è davvero probabile che a sbrigare le faccende locali per conto dello Stato islamico sia stato un gruppo di estremisti che ha passato il 2015 e il 2016 a giurare che non faceva parte dello Stato islamico, salvo poi sciogliersi nel febbraio 2017 – su imposizione degli altri gruppi – e correre a rifugiarsi a Raqqa, capitale siriana dello Stato islamico. Il nome del gruppo è Jund al Aqsa, i soldati di Gerusalemme, ed era una di quelle fazioni con la più alta percentuale di foreign fighters – che è diventato un indizio solido di fanatismo. Quando Linda è comparsa al confine siriano, i gruppi l’hanno fermata. Quelli di Jund al Aqsa sono però arrivati subito e tanto hanno fatto fino a quando se la sono portata via, perché così voleva il piano di cui lei era a conoscenza. Dovevano scortarla dal suo contatto. I ribelli non hanno opposto resistenza per la consueta ragione: ovvero che loro devono già fare la guerra contro le forze di Bashar el Assad, non possono permettersi scontri e carneficine interne. Quando mesi dopo quelli di Jund al Aqsa sono scappati verso Raqqa, non hanno ricambiato la cortesia, hanno portato tutti i loro prigionieri all’aperto, più di un centinaio – molti erano ribelli, c’erano anche tre giornalisti locali – e li hanno ammazzati con un colpo alla nuca. Linda è emersa da Mosul dopo nove mesi di bombardamenti e combattimenti così violenti che gli stessi generali iracheni “non ne avevano mai visti di simili” in un paese che è in guerra dagli anni Ottanta. E’ stata affidata ai soldati americani, per ora, ma non è detto che sarà estradata in Germania.

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  • Di Genova. Nella redazione del Foglio mi occupo soprattutto delle notizie dall'estero. Sono stato corrispondente dal Cairo e da New York. Ho lavorato in Iraq, Siria e altri paesi. Ho studiato arabo in Yemen. Sono stato giornalista embedded con i soldati americani, con l'esercito iracheno, con i paracadutisti italiani e con i ribelli siriani durante la rivoluzione. Segui la pagina Facebook (https://www.facebook.com/news.danieleraineri/)