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Il sindaco di Rio ha detto che cancellerà il Carnevale

Angela Nocioni

A Marcelo Crivella, primo cittadino della città, la festa non è mai piaciuta. Ma se vuole evitare il rischio di un'esplosione sociale, dovrà cambiare idea prima di febbraio

A Rio de Janeiro, con la brutta aria di crisi che tira, mancava soltanto l’avversione del sindaco bigotto al Carnevale. Le ultime amministrative carioca le ha vinte Marcelo Crivella, vescovo evangelico, cantante gospel con milioni di dischi venduti, uno dei principali capi della chiesa pentecostale brasiliana. Lui è uno dei tanti politici emergenti benedetti dal logo evangelico in campagna elettorale.

 

Alla Camera i deputati evangelici militanti, eletti in quanto tali, sono 75. Possono sembrare pochi in una Camera di 513 seggi, ma non è così. Il Partito dei lavoratori, che durante la presidenza di Dilma Rousseff era il partito di governo, ne ha 64.

 

A Marcelo Crivella il Carnevale di Rio non è mai piaciuto. Troppo edonismo, troppi corpi all’aria. Ieri il sindaco annunciato la sua prima decisione purificatrice del malcostume altrui: nel 2018 il Carnevale a Rio non si farà. Lo strumento per vietare il Carnevale al Sambodromo (ma quello spontaneo di strada?) ce l’ha: i fondi per le scuole di samba, cellule fondamentali del mega spettacolo carioca, sono in mano al sindaco.

 

Ha spiegato che a causa della crisi economica e della riduzione dei fondi federali e dello Stato, il Comune ha dovuto “ridefinire le sue priorità”. Infuriate le scuole di samba. Jorge Castanheira, presidente della Liga Independientes de Escolas do Samba (Liesa) spiega: “Per le scuole è praticamente impossibile realizzare lo spettacolo senza i fondi pubblici, ma si tratta sempre del più grande spettacolo mondiale all’aria aperta. Vietarlo non è buono né per Rio, né per la cultura del Carnevale. Il Carnevale è una fonte di denaro, di ritorno d’immagine e di attrazione culturale unica per il Brasile”.

 

Se vuole evitare il rischio di un'esplosione sociale, il sindaco cambierà probabilmente idea prima di febbraio. La prospettiva più probabile è che si limiti a rifiutare di pagare allo show il contributo di due milioni di reais, 640 mila dollari.

 

Il problema, per le scuole di samba, è che alla riduzione dei fondi pubblici si sono accompagnate già quest’anno le mancate entrate dei grandi sponsor tradizionali, prime tra tutte quelle molto generose del gigante del petrolio Petrobrás, che ha dovuto tagliare le spese in pubblicità e promozione culturale a causa del suo gigantesco debito. Petrobrás ha la maggior parte dei grandi contratti congelati dalle inchieste giudiziarie in corso per reati di corruzione e finanziamento illecito ai partiti politici.

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