Hillary Clinton (foto LaPresse)

Cinque motivi per cui Hillary può perdere (e anche vincere) le elezioni

Mario Sechi
Hillary resta ampiamente favorita, ma la sua reazione all'email-gate non sembra la migliore. Il caso è micidiale sotto tutti i punti di vista e la Clinton ha una sola possibilità di uscirne: l’Fbi dovrebbe scagionarla prima del voto

La campagna elettorale americana è un fuoco d’artificio permanente. Email-gate, questa è la vera “October surprise” e Hillary Clinton rischia grosso, ora e anche dopo l’8 novembre, giorno del voto per la Casa Bianca.  John Zogby ha messo giù cinque motivi per cui la candidata democratica può fare crash, eccoli:

 
  1. La riapertura dell’inchiesta sulle email di Clinton ha cambiato il focus del discorso elettorale;
  2. Aumenta il declino di Clinton nei sondaggi e favorisce l’ascesa di Trump (fenomeno già in corso prima della nuova inchiesta Fbi);
  3. I Millenials, che già avevano poca fiducia in Clinton (e preferivano un candidato come Sanders), potrebbero disertare le urne;
  4. L’email-gate fa riemergere il passato pieno di ombre dei Clinton, Bill compreso;
  5. Il collegamento del nome di Hillary con il caso di Anthony Weiner (ex congressman democratico sotto inchiesta Fbi per aver inviato messaggi a sfondo sessuale a una quindicenne) è quanto di peggio possa accadere a un candidato a otto giorni dal voto presidenziale.

 

Questo non significa che la corsa della Clinton sia compromessa, tutt’altro. Hillary resta ampiamente favorita, ma la sua reazione non sembra la migliore. La linea d’attacco contro il direttore dell’Fbi, James Comey, rischia di essere controproducente. Perché? Il caso è micidiale sotto tutti i punti di vista e la Clinton ha una sola possibilità di uscirne: l’Fbi dovrebbe scagionarla prima del voto. Accadrà? Non lo sappiamo. Gli agenti federali stanno esaminando decine e decine di migliaia di email ritrovate nel computer di Anthony Weiner (marito di Huma Abedin, braccio destro e sinistro della Clinton). Stanno usando un software per individuare messaggi potenzialmente coperti da segreto. Ma non solo: anche nuove email che potrebbero essere state occultate durante le testimonianze. E’ un caso delicatissimo, un groviglio spinoso dove si intrecciano segreto di stato, politica, giustizia e giornalismo. I paragoni con il Watergate (per ora) sono ancora iperbolici, ma la storia sta procedendo a grandi falcate verso Nixon. Il Washington Post (pro-Clinton) ha spiegato bene perché il caso rischia di travolgere anche una futura presidenza di Hillary: “Get ready for four more years of Clinton scandals. Ecco, state pronti, popcorn per tutti. Il New York Times ha pubblicato un commento dove si spiega per filo e per segno perché l’email-gate conta e va affrontato dall’Fbi: “Why Clinton’s Emails Matter”. Contano. Pesano. Sono un macigno. Prima e dopo l’8 novembre.

 

Cosa sta succedendo nei collegi elettorali? Clinton ha ancora un vantaggio considerevole (oltre quattro punti) ma si sta indebolendo. Hillary va peggio di Obama in tutti gli swing states, ecco un grafico di FiveThirtyEight:

 

 

Clinton ha un voto popolare superiore a quello dei collegi. Conseguenze? Per ora vince lei e Trump soccombe. Ma questi sono i sondaggi e sul Washington Post è comparsa questa  domanda: “Could pollsters be missing hidden Trump voters?”. Già, i sondaggisti si stanno perdendo qualcosa dell’elettorato di Trump? C’è non c’è il cosiddetto Bradley effect? La risposta l’avremo l’8 novembre. La corsa è ancora lunga.
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