Mariano Rajoy (foto LaPresse)

S'avanza il governo Rajoy-Merkel

Redazione
Nonostante le proposte di apertura, Rajoy non riesce a ridurre a ragione la politica spagnola, e forse anche per questo un nuovo argomento ha iniziato a farsi strada nella retorica del governo: l’Europa lo vuole.

Il premier spagnolo facente funzioni, Mariano Rajoy, nella sua ricerca spossante – non tanto per lui quanto per la Spagna – di un accordo politico per formare un governo dopo le elezioni ripetute lo scorso giugno, ieri ha ricevuto l’ennesimo no da parte dei suoi avversari politici riottosi all’idea di trasformarsi in partner anche solo momentanei in nome della governabilità del paese. Rajoy ha incontrato il leader socialista Pedro Sánchez proponendogli un governo di coalizione o l’apertura di un tavolo di dialogo su alcuni temi comuni, ma ha ricevuto un no netto su tutta la linea. Nonostante le proposte di apertura, Rajoy non riesce a ridurre a ragione la politica spagnola, e forse anche per questo un nuovo argomento ha iniziato a farsi strada nella retorica del governo: l’Europa lo vuole. Se non ci sarà un governo che entro ottobre possa presentare il budget dello stato, infatti, potrebbe diventare inevitabile la multa europea da 5 miliardi (più altri 1,1 di fondi infrastrutturali bloccati) per eccesso di deficit che la Spagna ha scampato, insieme al Portogallo, giusto una settimana fa.

 

L’argomento “l’Ue lo vuole”, lo sappiamo, non porta fortuna in chiave elettorale, ma nella dicotomia tra ragionevolezza e populismi che sembra attraversare tutto il continente Rajoy sa bene dove stare, e si conferma così l’ultimo alleato tradizionale della linea della cancelliera tedesca Angela Merkel, oltre che ultimo leader di uno dei grandi paesi europei ad appartenere alla stessa famiglia politica della cancelliera. Non a caso, ha scritto Politico.eu, la benedizione a evitare la multa a Madrid è arrivata proprio da un insospettabile, Wolfgang Schäuble. Sarebbe stato il ministro delle Finanze tedesco, smettendo i panni del falco fiscale, a spingere i suoi colleghi nell’Ue, tendenzialmente favorevoli a comminare la prima pena di questo tipo a un paese membro, a dare ancora fiducia ai paesi iberici, alla ripresa spagnola e soprattutto al suo architetto, l’alleato Rajoy, che continua a macinare buoni risultati economici. A luglio, ha annunciato il governo, la disoccupazione si è ridotta di 83.993 persone, è il miglior dato dal 1997.

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