Vladimir Putin con Angela Merkel

La Germania chiede all'Ue di aprire alla Russia. Putin però potrebbe non essere più interessato

Redazione
Dalla Libia all'Ucraina sono molti i punti di distanza tra Europa e Mosca. Gli interessi di Gazprom e le tesi dell'Economist.

Tra Ucraina e Siria, tra economia e politica, continua il tira e molla tra Europa e Russia. Le richieste di Italia e Germania di un'apertura a Putin, di una normalizzazione, politica e soprattutto economica, dei rapporti con la Federazione russa sono per ora stati ignorati dall'Unione. L'ultimo a provare a chiedere un'apertura a oriente è stato il ministro degli Esteri tedesco Frank-Walter Steinmeier: "Sarebbe bene superare questa mancanza di dialogo: penso che dovremmo compiere un serio tentativo di collaborazione con la Russia in Libia”, ha dichiarato al quotidiano Handelsblatt.

 

La Libia rappresenta infatti uno dei punti di partenza della nuova distanza tra le due parti: la Russia infatti in questi anni ha sempre criticato il modo nel quale la Nato ha gestito prima la deposizione del dittatore libico Muammar al-Gheddafi nel 2011 e poi la fase di transizione che ha lasciato il paese in uno stato di pericolosa precarietà, soprattutto per quanto riguarda gli importanti interessi economici del colosso del gas russo Gazprom. Secondo Steinmeier, proprio per questo motivo ci sarebbe “un interesse comune a stabilizzare la situazione in Libia affinché lo Stato Islamico non prenda ancora più piede nel paese”. Considerato il grave stato di instabilità globale, il ministro tedesco considera la Russia un partner strategico: “Nei negoziati con l’Iran la Russia è stata molto collaborativa. In Ucraina Mosca deve fare molti di più. Se parliamo di Siria, Mosca darà un aiuto concreto nei colloqui di pace di Ginevra”, ha commentato Steinmeier sulla disponibilità del presidente russo Vladimir Putin a dialogare con l’Occidente.

 

Se la Germania prova l'apertura non è però detto che questa venga accolta con entusiasmo a Mosca. Come infatti riporta l'Economist nella sua rubrica "Charlemagne", dedicata agli affari europei Vladimir Putin, sembra aver perso interesse a qualsiasi riavvicinamento con l'Occidente. Alla base dei malumori del presidente russo ci sarebbe la gestione dell'Unione europea della crisi in Ucraina, dove si continua a sparare. Una Russia più isolata, però, potrebbe diventare più imprevedibile e pericolosa, segnala il settimanale inglese, che sottolinea come sarebbe meglio tornare a dialogare. Su cosa però? Per l'Economista è questo il principale problema: troppi temi dividono gli interlocutori.