Nell'America arrabbiata, le single e i maschi bianchi urlano più di tutti

Paola Peduzzi
L’America è molto arrabbiata, scrive il Washington Post in una serie di articoli bellissimi su questa stagione del discontento. E’ arrabbiata con Wall Street, con i musulmani, con il libero mercato, con Washington soprattutto.

Milano. L’America è molto arrabbiata, scrive il Washington Post in una serie di articoli bellissimi su questa stagione del discontento. E’ arrabbiata con Wall Street, con i musulmani, con il libero mercato, con Washington soprattutto. L’America è arrabbiata con se stessa, e per comprendersi – per proteggersi – si affida ai dati, cerca di spiegare ogni movimento poco inquadrabile con le inclinazioni dei vari gruppi elettorali. Le minoranze, i latinos, i neri, le donne, gli uomini: chi sarà decisivo in questo 2016? Chi è il più arrabbiato? Il New York Magazine ha dedicato qualche tempo fa la copertina alle donne single, con un dito alzato, che non era il medio ma l’anulare (senza anello ovviamente), ma che era pur sempre un richiamo alla rabbia, a quello che gli americani chiamano il tempo del “middle finger”. Rebecca Traister, che ha scritto un libro sulle “single women”, spiega che esiste “una nuova repubblica” all’interno dell’America: per la prima volta le single hanno superato nelle statistiche le donne sposate, e saranno le prime a decidere che cosa ne sarà del paese. Questo nuovo popolo è formato da “donne adulte che non non sono definite e non dipendono più dall’uomo che sposano né dal punto di vista economico né da quello sociale, sessuale e riproduttivo ”. E’ più desiderabile essere single che sposate? La Traister non osa una risposta, ma spiega che i politici non possono ignorare le single, non possono considerarle minoranze assimilabili ad altre, devono fare i conti con loro, soprattutto se sono repubblicani: il corteggiamento in questo caso è complicato, le single, per ora, votano a sinistra, molto. Però da quelle parti ora c’è una donna sposata, e allora non valgono più i trend, le curve, i big data, non vale niente: sarà una guerra di nervi tra donne, che oggi è cominciata con il discontento di Hillary.

 

Il primato del dito alzato però non ha lo smalto rosso: lo detiene il maschio bianco di mezz’età, middle class americana tradizionale, che si sta inventando ogni modo possibile per far notare la sua rabbia. Vota al contrario delle aspettative, s’appassiona più a un settantentenne socialista che a una signora competente e affermata, soprattutto adora lo showman cotonato dalle occhiaie bianche. Donald Trump, che del “middle finger” ha fatto un simbolo, è popolarissimo tra i maschi bianchi, che si mobilitano per lui entusiasti e rabbiosi. Sondaggisti, analisti, commentatori e fotografi stanno andando a vederli da vicino, questi maschi bianchi furiosi, per capire cosa desiderano, a cosa ambiscono. O forse soltanto per scoprire come si fa a calmarli.

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  • Paola Peduzzi
  • Scrive di politica estera, in particolare di politica europea, inglese e americana. Tiene sul Foglio una rubrica, “Cosmopolitics”, che è un esperimento: raccontare la geopolitica come se fosse una storia d'amore - corteggiamenti e separazioni, confessioni e segreti, guerra e pace. Di recente la storia d'amore di cui si è occupata con cadenza settimanale è quella con l'Europa, con la newsletter e la rubrica “EuPorn – Il lato sexy dell'Europa”. Sposata, ha due figli, Anita e Ferrante. @paolapeduzzi