A Parigi risuona ancora il grido "Allah Akbar"

Mauro Zanon
Nel primo anniversario della strage nella redazione del giornale satirico un uomo tenta l'assalto a un commissariato di polizia armato di coltello: ucciso. La Francia intanto si interroga sulla necessità di apparire "islamofobi" per difendere la libertà di parola

Parigi. Stava cercando di entrare nella stazione di polizia con un coltello e una cintura esplosiva (finta, secondo fonti della polizia citate dal Figaro), quando gli agenti lo hanno freddato evitando un altro attentato nel cuore della capitale francese. Un uomo è stato ucciso oggi, poco prima dell'ora di pranzo, all'entrata del commissariato di rue de la Goutte d'Or, nel Diciottesimo arrondissement. Secondo alcuni testimoni avrebbe gridato "Allahu Akbar" nel mentre tentava di aggredire un poliziotto e sarebbero stati "due o tre" i colpi di arma da fuoco sparati. L'aerea dell'attentato scampato, situata a pochi passi da Montmartre e dalla Basilica del Sacro Cuore, è stata subito recintata dalle forze dell'ordine. Un testimone ha dichiarato all'Afp di aver sentito "due o tre colpi di arma da fuoco", di certo l'uomo era intenzionato a farsi esplodere tra i poliziotti.

 

Addosso all'attentatore "è stato trovato in possesso di un telefono cellulare e di un foglio di carta su cui era stampata la bandiera dell'Isis, oltre ad una inequivocabile rivendicazione scritta in lingua araba in cui è visibile la scritta Daesh", ha comunicato la procura

 

Torna il terrore a Parigi nel giorno dell'avversario della strage di Charlie Hebdo e delle innumerevoli commemorazioni per ricordare i vignettisti del settimanale satirico assassinati dai fratelli Kouachi il 7 gennaio 2015. Questa mattina il presidente della Repubblica, François Hollande, nel corso del messaggio di auguri rivolto alle forze dell'ordine dalla prefettura di polizia, aveva lanciato un appello alla "fermezza e all'unità", sollecitando una maggior cooperazione tra le varie divisioni dei servizi di sicurezza e rendendo omaggio ai tre poliziotti "morti (lo scorso anno a Charlie Hebdo, ndr) affinché possiamo vivere liberi". "Il terrorismo non ha smesso di far pesare sul nostro paese una minaccia spaventosa", ha dichiarato il presidente, prima di aggiungere: "Sul fronte esterno rispondiamo con le nostre forze armate che lottano al fianco dei nostri alleati contro la barbarie dell'Is. Sul fronte interno rispondiamo braccando i terroristi, smantellando le loro reti, prosciugando le loro fonti di finanziamento, ma anche bloccando la loro propaganda di radicalizzazione".

 

Durante la cerimonia di questa mattina il capo di Stato socialista non ha mai pronunciato la parola "laicità", il grande tema dei molti saggi usciti in questi giorni e attorno al quale la Francia deve organizzare il suo sussulto nazionale.

 

[**Video_box_2**]Ieri, Elisabeth Badinter, l'étoile del femminismo francese, ha cercato di dare una sveglia ai suoi concittadini in diretta su France Inter, dove il tema del giorno era appunto la "laicità". Lapidaria e incisiva come di consueto, Badinter ha invitato i francesi a non farsi imbavagliare dal politicamente corretto quando si tratta di difendere la laicità. Prima di sfoderare la frase affilata che ha fatto sobbalzare i benpensanti: "Non bisogna aver paura di essere trattati di islamofobi". I giornaloni della gauche, va da sé, l'hanno subito crocifissa, e dall'Express a Mediapart, che ha parlato di "sentimento anti-arabo" di Badinter, era tutto un denunciare. Lei, Badinter, che nella sinistra è nata e cresciuta, ma si è sempre battuta contro l'oltranzismo ideologico del suo campo, troppo libera e eterodossa per i neogiacobini chiusi nelle loro certezze apodittiche.

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