Yahya Jammeh, presidente del Gambia

Perché il Gambia si è auto proclamato Repubblica islamica

Maurizio Stefanini
L'eccentrico presidente del paese di Kunta Kinte lo ha annunciato sabato. I motivi sono poco religiosi e molto economici

“Il destino del Gambia è nelle mani di Allah. A partire da oggi il Gambia è uno Stato islamico che rispetterà i diritti dei cittadini”. È un ossimoro di questi tempi quanto meno inquietante quell’accostamento tra l’espressione “Stato islamico” e quella “diritti umani” con cui il presidente Yahya Jammeh ha deciso la proclamazione di una Repubblica islamica nel paese di Kunta Kinte. Ricordate “Radici”? Fu un best seller, seguito da due serie televisive di successo degli anni Settanta, sull’epopea di un 17enne di etnia mandinga che nell’anno 1767, recandosi nel bosco a cercare un tronco per farsi un tamburo, veniva rapito da un gruppo di negrieri e portato schiavo in Africa. Come segno di ribellione interiore, raccontava però la sua storia ai suoi discendenti, fino ad arrivare due secoli dopo ad Alex Haley, giornalista e scrittore, che lavorando parecchio di fantasia ne ricavava però la celebre epopea.

 

Haley era di famiglia metodista, ma aveva ricordato l’orgogliosa fede islamica dell’avo africano. E in effetti il 90 per cento dell’1,8 milioni di abitanti di questo paese grande come l’Abruzzo sono di religione islamica, contro un 8 per cento di cristiani. Si tratta però dell’islam dell’Africa occidentale, piuttosto moderato, tanto che nelle campagne si vedono più spesso donne a seno scoperto piuttosto che velate. Il presidente Jammeh ha  promesso che la qualifica di “islamico” non comporterà né imposizioni sul modo di vestire, né limitazioni ai diritti degli altri gruppi religiosi. Addirittura, si continuerà a celebrare il Natale. Ma allora perché scegliere una qualifica che hanno solo altri quattro paesi al mondo (oltre al Pakistan, la Mauritania, l’Iran e l’Afghanistan)?

 

[**Video_box_2**]Yahya Jammeh è un personaggio particolare. Nato nel 1965, anno in cui il Gambia divenne indipendente dal Regno Unito, Jammeh diventò colonnello dell’esercito per poi prendere il potere nel 1994 con un golpe, quando aveva appena 29 anni. Nel 1996 è stato poi confermato con un voto democratico solo sulla carta, ma la percentuale dei voti con cui è stato via via rieletto è andata aumentando in un modo quanto meno sospetto: dal 55,7 per cento della prima volta, al 71,54 del 2011. Noto spregiatore degli omosessuali, Jammeh sostiene che il suo paese fosse uno dei più grandi dell’Africa prima che il colonialismo lo riducesse ai minimi termini. Nel 2007 disse anche di aver scoperto una sostanza contenuta nelle erbe del Gambia un portentoso rimedio contro l’Aids e l’asma e lui stesso afferma di avere poteri di guaritore. Human Rights Watch ha definito il suo governo uno dei più repressivi del mondo: nel 2013 il Gambia è uscito dal Commonwealth apposta per non sottostare alle critiche che gli facevano sul fronte dei diritti umani e nel 2014 anche l’Ue gli ha tagliato i fondi per lo stesso motivo. L’interpretazione corrente è che Jammeh voglia ora usare l’etichetta di Repubblica islamica semplicemente per avere più chance nel battere cassa alle ricche monarchie petrolifere del Golfo. 

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