A Tokyo una bomba non fa notizia, i panni sporchi si lavano in casa

Giulia Pompili
Parlare di terrorismo non è mai facile, soprattutto se nelle ultime due settimane hai sponsorizzato il tuo paese come il più sicuro e fundamentalists-free di tutto il continente. E’ per questo che ieri mattina alle 10, a Tokyo, quando si è sentita un’esplosione provenire da un bagno dell’ingresso sud del santuario Yasukuni, nessuno ha parlato di un attentato. La notizia è stata rubricata dai media giapponesi a semplice cronaca. I titoli dei telegiornali sottolineavano il fatto che nessuno si fosse fatto male. Nel frattempo, però, sul luogo dell’esplosione la polizia mandava gli artificieri e un centinaio di Forze dell’ordine in più a presidiare la zona.
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  • Giulia Pompili
  • È nata il 4 luglio. Giornalista del Foglio da più di un decennio, scrive soprattutto di Asia orientale, di Giappone e Coree, di Cina e dei suoi rapporti con il resto del mondo, ma anche di sicurezza, Difesa e politica internazionale. È autrice della newsletter settimanale Katane, la prima in italiano sull’area dell’Indo-Pacifico, e ha scritto tre libri: "Sotto lo stesso cielo. Giappone, Taiwan e Corea, i rivali di Pechino che stanno facendo grande l'Asia", “Al cuore dell’Italia. Come Russia e Cina stanno cercando di conquistare il paese” con Valerio Valentini (entrambi per Mondadori), e “Belli da morire. Il lato oscuro del K-pop” (Rizzoli Lizard). È terzo dan di kendo.