L'attrice Maggie Smith in una scena del telefilm Downtown Abbey

La dolce vita degli anziani inglesi

Erica Scroppo
Alle elezioni in Regno Unito c'è qualcuno che ci guadagna di sicuro: gli ultrasessantenni, la classe demografica più coccolata dai politici di tutti i colori.

Durante la campagna per le elezioni nel Regno Unito uno dei temi più discussi è stato quello del “voto giovanile”: i giovani sono quelli che tendono più di tutti a disertare le urne, anche se i candidati premier britannici quest’anno sono molto al di sotto dell’età media della loro controparte europea. Nella realtà quotidiana, però, il voto che conta di più è quello degli anziani inglesi, e sono gli anziani a ricevere un occhio di riguardo. Perché in Inghilterra, come in tutta Europa, gli anziani sono tanti e in crescita, quasi tutti hanno una pensione, un po’ di capitale a disposizione e molto tempo libero. Sono un bacino elettorale fondamentale e i partiti lo sanno bene.

 

In Inghilterra essere anziani ha i suoi svantaggi: dal giorno del sessantesimo compleanno si viene bombardati da pubblicità per testamento, funerale, case di riposo, assicurazione per cane o gatto in caso di morte improvvisa (del proprietario) e così via. Ma va detto che i vantaggi e i benefici per i vegliardi inglesi sono di gran lunga superiori.

 

Tutte le medicine sono gratuite indipendentemente dal reddito. Gratuito è anche il free pass per il trasporto pubblico (specie a Londra, dove il risparmio è enorme). Il pass è riconosciuto ovunque e con un accorto studio degli orari e delle coincidenze permette di spostarsi in lungo e in largo per tutto il paese senza spendere una sterlina. Quanto ai treni, che sono carissimi, con una carta annuale si può viaggiare a metà prezzo se si evitano le ore di punta, che in ogni caso non si addicono alle esigenze di chi ha una certa età. Poi ci sono sconti generosi nei cinema e nei teatri, non solo sul biglietto: nel cinema d’essai di Cambridge è offerta perfino una tazza di tè o caffè con biscotti! Divertente vedere le lunghe file di gente canuta con bastoni e girelli che tormenta i poveri giovani alla cassa: professoresse in pensione che con tono imperioso richiedono ciò che è loro per diritto divino: “Giovanotto, sto ancora aspettando il latte di soia e il mio secondo biscotto...”.

 

[**Video_box_2**]Gli anziani possono frequentare i corsi della Open University e dell’Università della Terza età, che poco hanno da invidiare ai campus rinomati, e hanno perfino riviste e pubblicazioni dedicate esclusivamente a loro. Due di queste sono di un livello superlativo per tutte: Saga, in cui chi scrive e chi viene intervistato o recensito o raccontato (cantanti, scrittori, registi, attori, filosofi, politici) deve avere come minimo 55 anni, e The Oldie (“la vecchietta”), che si definisce “adatto a coloro che abbiano più amici morti che vivi nel loro indirizzario” e che al mattino si svegliano “urlando contro il programma radio”… inveendo per errori di sintassi, pronuncia, conoscenza storica o filosofica e così via. Saga è una rivista di intrattenimento medio-alto, The Oldie è più satirica e politica. Una delle rubriche più spassose si intitola “Non sapevate che fossero ancora vivi” ed è dedicata ai personaggi famosi che spesso a torto si pensano defunti.

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