Si uccide in Francia un senatore socialista, ex sindaco di Tours

Mauro Zanon
Il processo doveva aprirsi oggi in sua presenza. Era coinvolto in un caso di matrimoni a pagamento per turisti cinesi. “E’ stato vittima di una manipolazione, di un regolamento di conti, di pettegolezzi”.

Il processo sui finti matrimoni cinesi doveva aprirsi oggi in sua presenza. Ma l’ex sindaco di Tours e senatore socialista Jean Germain, atteso sul banco degli imputati con l’accusa di “complicità e abuso di fondi pubblici” nell’ambito dell’organizzazione dei suddetti matrimoni, non si è mai presentato. Il suo corpo, privo di vita, è stato ritrovato in mattinata nel garage della sua residenza. “Si è suicidato con un fucile da caccia, un colpo è stato evidentemente sparato da lui stesso”, ha detto il procuratore di Tours a Bfm.tv confermando il suicidio, prima di annunciare che “il processo sarà rinviato al mese di ottobre”. Accanto al corpo, oltre al fucile da caccia, sono state trovate alcune lettere d’addio. Il contenuto di una di esse è stato letto dal suo avvocato, Dominique Tricaud, davanti alla stampa accorsa oggi al tribunale correzionale di Tours dopo l’annuncio del decesso: “Sono consapevole del male che farò. Della pena che diffonderò tra coloro che mi amano. Ma non possiamo lasciare che la caccia sistematica ai politici si svolga “normalmente”, quotidianamente. Ci sono persone, ne sono certo, per le quali l’ingiustizia e il disonore sono insopportabili. Vi assicuro che non ho mai rubato un centesimo, non mi sono arricchito, e ho sempre lavorato per il bene degli abitanti di Tours. Lascio questa lettera ai miei cari, che, lo spero, potranno così capirmi”.

 

Decide di farla finita a 67 anni Jean Germain, perché il “disonore” e l’“ingiustizia” gli erano “insopportabili”, così come gli era insopportabile quella “chasse systématique”, quell’accanimento mediatico-giudiziario quotidiano contro i politici. “È un martire della Repubblica, accusato sulla base di pettegolezzi diffusi a Tours, dei quali è stato fatto una sorta di tessuto accusatorio”, ha denunciato il suo avvocato, prima di aggiungere: “Nessuno nella sua famiglia si è mai trovato seduto su un banco correzionale. Il suo dossier è un insieme di pettegolezzi vergognosi”. Fedelissimo del presidente Hollande, che ha parlato di “dramma terribile” per commentare la scomparsa del senatore dell’Indre-et-Loire, Germain era implicato dal 2011 nel cosiddetto “dossier dei matrimoni cinesi”. L’operazione, attiva dal 2007 al 2011, ossia quando Germain era primo cittadino di Tours, era stata ribattezzata “Noces romantiques en Touraine”, dopo che il sindaco socialista aveva reclutato nel suo municipio un abitante di Tours di origine taiwanesi, Lise Han, responsabile della società Lotus bleu, conferendole la delega delle “relazioni Francia-Cina”. Han, già attiva nella città per l’organizzazione del capodanno cinese e di altri eventi legati alla sua cultura d’origine tramite la sopracitata società, diventa responsabile dell’operazione, le cui entrate, nel giro di tre anni, sfiorano i 950.000 euro.

 

Il pacchetto completo delle “noces romantiques”, permetteva a delle coppie cinesi (il costo di ogni finto matrimonio era di 3.000 euro) di “sposarsi” à la française sullo sfondo dei meravigliosi paesaggi della Loira, con tanto di visita turistica ai castelli e alla città di Tours. Visita che si concludeva con una foto di rito con il sindaco socialista e una messa in scena del matrimonio nel municipio con servizio fotografico e scambio degli anelli. Germain si è sempre dichiarato innocente, e il processo, secondo quanto dichiarato dal suo avvocato al Parisien, era stato “preparato con lui fino all’ultimo secondo”. La barriera della sopportazione al tritacarne mediatico-giudiziario dentro al quale si trovava infilato, ha spiegato il suo avvocato, è caduta ieri quando il comune di Tours, ossia dell’amata città dove ha svolto il ruolo di sindaco dal 1995, ha messo in discussione la sua onestà finanziaria: “Gli è dovuto sembrare intollerabile”.

 

[**Video_box_2**]Il primo ministro Manuel Valls si è detto “sconvolto” dalla morte del suo “amico”, Stéphane Le Foll, ministro dell’Agricoltura e portavoce dell’esecutivo, ha espresso la sua “grande emozione per la scomparsa di un eletto che ha dato tutta la sua energia e tutta la sua passione per la città di Tours”. Più polemico il primo segretario del Ps, Jean-Cristophe Cambadélis, che in un comunicato si è augurato che nulla possa “sporcare la memoria di colui che ha sofferto negli ultimi anni per la continua diffamazione”. A fargli eco il ministro del Lavoro Rebsamen, che ha dichiarato di essere “convinto” che Germain “è stato vittima di una manipolazione, di un regolamento di conti, di pettegolezzi”. Questa reazione, scrive il Figaro, ricorda le dichiarazioni con cui l’ex presidente della Repubblica François Mitterand, dopo il suicidio dell’allora primo ministro Pierre Bérégovoy, che nel 1993 era stato preso di mira dalla stampa in ragione di un prestito sospetto, fustigò coloro che avevano “dato in pasto ai cani l’onore di un uomo”.