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Editoriali

La Bce ritarda ancora i tagli. Male

Redazione

Lagarde rinvia la revisione dei tassi. I mercati non drammatizzano. Ecco perché  

Nonostante la revisione al ribasso delle proiezioni di inflazione (2,3 per cento nel 2024 rispetto alle previsioni di 2,7 per cento e raggiungimento del target del 2 per cento nel 2022), la Bce non è ancora pronta a iniziare con il ciclo dei tagli, il comitato ha bisogno di più dati per essere maggiormente sicuro di tenere i prezzi sotto controllo. Così la presidente Christine Lagarde ha spiegato la decisione di lasciare invariati i tassi d’interesse dopo che hanno subito un rialzo di 450 punti base in poco più di un anno. La decisione è stata commentata negativamente dall’economista Carlo Cottarelli, il quale, all’agenzia Adnkronos, ha dichiarato che la Bce dovrebbe tagliarli subito, anzi avrebbe già dovuto farlo lo scorso gennaio, e il fatto che non abbia abbastanza coraggio dimostra che nel suo board “le colombe hanno perso di credibilità” quando  hanno detto che l’inflazione non era un problema.

Insomma, chi si attendeva di trovarsi di fronte a un orizzonte di breve termine per un’inversione della politica monetaria è rimasto deluso. Lagarde ha detto che ad aprile il quadro sarà solo un po' più chiaro perché a Francoforte avranno solo pochi dati in più rispetto ad ora, mentre a giugno ci potrebbero essere elementi sufficienti. Nel complesso, però, proprio quest’indicazione del mese di giugno è stata interpretata in maniera positiva dagli operatori di mercato secondo i quali, in definitiva, Lagarde ha rafforzato le aspettative di una prima riduzione del costo del denaro per quell’epoca. Un’analisi di Goldman Sachs Am prevede che a partire dalla fine del primo semestre la Bce comincerà un ciclo di quattro tagli di 0,25 punti base per quest’anno. La stima di un altro gruppo d’investimenti che opera a livello globale, Pimco, prevede tre tagli per il 2024, sempre di 0,25 ciascuno. Ma al di là delle aspettative, quello che emerge con chiarezza è che la stagione dei tagli non comincerà prima dei dati sui salari di fine aprile poiché è da questi che la Bce teme potrebbe arrivare ulteriori spinte alla crescita dei prezzi.

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