Editoriali

Meloni nega la realtà, ma un condono è un condono (è un condono)

Redazione

La premier può fornire valide ragioni per spiegare perché sia giusto o necessario, ma non ha il diritto di stravolgere le parole e i concetti. Dovrebbe chiamare le cose con il loro nome

"Una rosa è una rosa è una rosa”, recita un celebre verso della poetessa americana Gertrude Stein. Le cose sono come sono, e non c’è molto da girarci intorno. Anche perché è proprio il loro nome a identificarle e a suscitare le qualità che incarnano. Il concetto riguarda un tema molto poco poetico come quello dell’accertamento, del contenzioso e e della riscossione fiscale. Nella conferenza stampa di fine anno, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha affermato: “I condoni nella nostra legge di bilancio non ci sono: chiediamo a tutti di pagare il dovuto, con una maggiorazione, consentendo una rateizzazione. Abbiamo stralciato solo le cartelle inferiori ai mille euro con più di sette anni perché costa più la riscossione che lo stralcio”. Le cose non stanno affatto così. Perché la legge di Bilancio riduce le sanzioni, in alcuni casi anche le imposte dovute, e consente la rateizzazione pluriennale dei versamenti.

E’ inoltre prevista la definizione agevolata delle cartelle esattoriali, la cosiddetta “rottamazione” (che consente il pagamento, rateizzabile in diciotto rate, delle somme dovute a titolo di capitale), e l’annullamento delle cartelle fino a 1.000 euro, il cosiddetto “stralcio”. Non si tratta di misure particolarmente nuove, sono pressoché identiche a quelle adottate nel 2018 (con il decreto legge n. 119) dal governo Conte. Ma sono per caratteristiche e a tutti gli effetti un condono. E non c’è alcun motivo per negarlo. Meloni può fornire valide ragioni per spiegare perché sia giusto o necessario, ma non ha il diritto di stravolgere le parole e i concetti. A marzo del 2021, sempre in conferenza stampa, spiegando il contenuto del decreto contenente uno stralcio analogo a quello odierno, Mario Draghi ammise: “Questo è un condono, ma è un condono di multe di dieci anni fa che lo stato non è riuscito a esigere”. Per rispetto nei confronti dei cittadini, Meloni dovrebbe avere la stessa onestà intellettuale e chiamare le cose con il loro nome: un condono è un condono è un condono.

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