Marco Damilano (Ansa)

Editoriali

Damilano e l'intervista a Bernard-Henri Lévy. Lasciate stare la par condicio

Redazione

Un filosofo francese noto per la nettezza delle sue prese di posizione deve tacere alla vigilia delle elezioni? Le critiche al conduttore di “Il cavallo e la torre” per il colloquio televisivo con BHL sono un insulto al libero arbitrio

Marco Damilano, nel corso della striscia televisiva “Il cavallo e la torre” ha intervistato Bernard-Henri Lévy il quale ha espresso giudizi assai taglienti sul centrodestra italiano e sui pericoli che a suo avviso rappresenta per il nostro paese e per l’Europa. BHL, peraltro, è stato a suo tempo altrettanto polemico con la gauche, della quale i nouveaux philosophes misero in luce le indebite convinzioni di superiorità etica (ma di questo gli uffici stampa della Lega e di FdI pare non siano informati). Ne è nata una polemica forsennata, con le accuse di avere violato la “par condicio”, di avere utilizzato l’emittente pubblica con finalità partigiane, persino di essere un giornalista esterno alla Rai pagato per ogni puntata del suo programma.

 

Anche se si può capire che alla vigilia delle elezioni i nervi siano tesi, resta il fatto che questa insurrezione contro la libertà di opinione è essa stessa scandalosa. Un filosofo francese noto per la nettezza delle sue prese di posizione deve tacere alla vigilia delle elezioni? O deve essere affiancato da un filosofo tedesco che la pensi in modo diverso? La cosiddetta par condicio riguarda le presenze di esponenti politici nelle trasmissioni, il che peraltro è un modo assai discutibile di condizionare in modo meccanico le emittenti rendendo di conseguenza meno interessanti e un po’ troppo ingessati e prevedibili i confronti e le discussioni. Resta il diritto di espressione delle posizioni di non candidati, che possono risultare convincenti o addirittura controproducenti, a giudizio degli spettatori. E’ alla fine proprio quello, il libero giudizio dei cittadini che non possono essere considerati dei citrulli che si fanno condizionare da chiunque appaia su uno schermo televisivo, ciò che va rispettato. Le polemiche sgangherate che sono state inscenate contro Damilano, in fondo, hanno come vero bersaglio proprio la capacità di discernimento del pubblico, che non è affatto, come sembra pensare chi ha gridato allo scandalo, un “popolo bue”.

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