Foto: Epa/Ludovic Marin/Pool

editoriali

È finita la candidatura di Pécresse alle presidenziali francesi?

Redazione

I sondaggi in calo e un’inchiesta sulle primarie azzoppano la candidata gollista

Molti pensano che sia finita”, ha detto a Libération un membro dei Républicains (Lr) in riferimento a Valérie Pécresse, la candidata gollista alle presidenziali francesi. A quarantatré giorni dal primo turno, regna un clima di rassegnazione attorno all’ex pupilla di Jacques Chirac, che in molti vedevano come la figura giusta per riscattare il gollismo. “Dopo il meeting fallito allo Zenith di Parigi (lo scorso 13 febbraio, ndr), c’era già un’atmosfera deprimente, l’idea di un discredito. Ormai, siamo di fronte a un’umiliazione. Questo rafforza ciò che sento parlando con molti militanti: un disinteresse totale per la sua candidatura”, ha detto un dirigente locale di Lr.

Ad aggravare la situazione, dopo le critiche velenose dell’ex presidente della destra Nicolas Sarkozy verso la sua ex ministra, ha contribuito un’inchiesta di Libération, secondo la quale ci sarebbero state “manovre fraudolente” durante le primarie interne di dicembre. Nel dettaglio: il numero dei partecipanti sarebbe stato gonfiato, e allo scrutinio avrebbero votato persone decedute, fittizie e persino un cane di nome Douglas. Insomma, non sarebbe stata così “legittima” la vittoria di Pécresse, che ha avuto la meglio sul deputato conservatore Éric Ciotti. “Se Valérie fosse stata al 22 o al 23 per cento, tutti se ne fregherebbero del vostro articolo. Ma è al 12 per cento e ciò crea un’atmosfera deleteria”, ha confessato a Libé un insider gollista.

La cifra del 12 per cento è tratta dall’ultimo sondaggio dell’istituto Kantar Public, pubblicato giovedì, che mette Pécresse al quarto posto ex aequo con il giacobino Jean-Luc Mélenchon (France insoumise) e a quattro punti di distanza dai due candidati della destra identitaria, Marine Le Pen (Rassemblement national) e Éric Zemmour (Reconquête). Il crollo nei sondaggi affossa anche l’idea che Pécresse possa essere l’unico voto utile contro Macron. “Serve un elettroshock, altrimenti andiamo a sbattere contro il muro”, dicono i Républicains, e a destra non è ancora arrivato il tempo delle donne.

Di più su questi argomenti: