Il presidente francese Emmanuel Macron (Ansa)

Editoriali

Macron e gli altri paladini dei cristiani d'oriente

Redazione

Il presidente dimentica per un po’ la laïcité e finanzia le minoranze sotto assedio. E non è l'unico esempio che arriva dalla Francia

Le parole pronunciate una decina di giorni fa dal presidente francese Emmanuel Macron a proposito dei cristiani d’oriente – “sono una parte di ciò che siamo”, aveva detto – hanno suscitato una certa curiosità in Francia, anche alla luce di altre recenti iniziative avallate dall’Eliseo. Il presidente ha dato il via libera alla creazione di un nuovo dipartimento al Louvre dedicato all’arte bizantina e del cristianesimo orientale. Non solo: lo stato francese ha raddoppiato i fondi diretti a 170 scuole cristiane francofone soprattutto in Libano, Egitto, Giordania, Iraq e Siria. Infine, è stata assegnata la Legion d’onore a monsignor Pascal Gollnisch, direttore dell’associazione l’Oeuvre d’Orient. Così la Francia dimentica la versione rigida e atea della laïcité e finanzia i cristiani d’oriente, sull’orlo dell’estinzione. “La loro questione è al centro del mio impegno”, aveva dichiarato durante un viaggio in Armenia la candidata dei Républicains Valérie Pécresse.

 

“Non vorrei che anche noi subissimo la stessa sorte dei cristiani d’oriente”, aveva aggiunto il presidente ad interim del Rassemblement lepenista, Jordan Bardella, mentre Éric Zemmour, andato anche lui in Armenia, ha parlato della difesa della civiltà occidentale. Le ultime iniziative di Macron hanno dunque anche un sapore elettorale, ma sarebbe sbagliato liquidarle esclusivamente come tali. I maroniti libanesi e i greco-cattolici sono i principali interlocutori della Francia nella regione. “Sono diventati il simbolo delle vittime civili dei gruppi terroristici islamici”, spiega Mihaela-Alexandra Tudor, professoressa all’Università di Montpellier. Per questo, l’impegno di Macron punta a preservare l’influenza francese nell’Asia occidentale. L’Oeuvre d’Orient esiste dalla fine del XIX secolo. Fu creata dopo i massacri dei cristiani a Damasco e in Libano negli anni 60 dell’Ottocento. Napoleone III e poi la Terza Repubblica se ne impadronirono e costruirono una storia che fa risalire questa protezione alla notte dei tempi, invocando san Luigi e Carlo Magno. La Francia è l’unico paese europeo con un interesse strategico e culturale nella salvaguardia della religione più perseguitata del mondo.

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