EDITORIALI

Si fa presto a dire rete unica: su Tim Giorgetti apre al golden power

Redazione

L’asse Cdp-Vivendi per lo spin off di Tim. Ma nessun ex monopolista in Europa ha fatto operazioni simili. E per la concorrenza c’è un guaio

Se Kkr arrivasse a formalizzare l’Opa su Telecom, il governo valuterebbe la possibilità di esercitare il golden power. Lo ha detto alla Camera il ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, aggiungendo che per alcuni asset è indispensabile il controllo pubblico. Il riferimento era alla rete primaria in pancia a Telecom le cui voci sullo scorporo si sono fatte insistenti in concomitanza con l’interesse manifestato dal fondo americano. Ora, le parole di Giorgetti suonano un po’ come una doccia fredda per Kkr, anche se non si può mai dire perché è opinione abbastanza diffusa che una Telecom fortemente indebitata potrebbe beneficiare dello spin off e della valorizzazione della rete (e la novità è che l’opzione spin off viene osservata senza ostilità anche da Vivendi).

Ma come si sono regolati in questo campo gli altri paesi europei? L’economista Fabio Colasanti, esperto in tlc con esperienza trentennale alla Commissione europea, ha ricordato sulle colonne di questo giornale come il dibattito sulla rete unica, partito in Europa tra la fine degli anni Novanta e l’inizio del Duemila, subito dopo le privatizzazioni che hanno riguardato Telecom Italia, Orange (ex France Télécom), Deutsche Telekom, Telefónica (Spagna) e British Telecom, fosse arrivato alla conclusione che sviluppare un mercato concorrenziale nelle tlc sarebbe stato preferibile alla creazione di un nuovo monopolio. In effetti, finora nessun ex monopolista europeo ha fatto operazioni di scorporo della rete e nell’unico caso in cui questo è avvenuto solo in piccola parte (in Gran Bretagna) British Telecom ne ha mantenuto la proprietà al 100 per cento.

E’ prevalsa l’idea di assecondare l’indirizzo dei regolatori verso la concorrenza e in Francia, Germania e Spagna quello della rete unica non è neanche un tema. Se l’Italia prendesse una strada diversa dovrebbe confrontarsi con l’Antitrust anche perché quando si parla di rete unica si parla della fusione tra una fetta del primo operatore infrastrutturale del paese e il secondo (Open Fiber), al momento concorrenti.

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