editoriali

I No green pass sono anche a sinistra

Redazione

Gli slogan contro la Cgil a Milano aprono un fronte nelle fabbriche

"Landini, Landini vaffa...!”, “Venduti, venduti!”, “I fascisti siete voi! I fascisti siete voi!”, “Servi dei padroni!”. Sono alcuni degli slogan urlati nella manifestazione davanti alla sede della Cgil. Non quella di sabato a Roma, che si è conclusa con l’irruzione  guidata dagli squadristi di Forza nuova, ma quella di ieri a Milano guidata da movimenti e sindacati di estrema sinistra. Proprio mentre il segretario generale Maurizio Landini riceveva nella sede romana devastata il premier Mario Draghi in visita di solidarietà, davanti alla Camera del Lavoro di Milano si fronteggiavano il presidio della Cgil a tutela della propria sede e il corteo organizzato dai Cobas e altre sigle sindacali di base, insieme a movimenti politici  di estrema sinistra come il Partito comunista.

Anche in questo caso i manifestanti, esattamente come quelli di Roma, protestavano contro il green pass e accusavano la Cgil di aver “tradito” i lavoratori che non vogliono sottoporsi alla vaccinazione e a esibire il certificato verde. L’attenzione mediatica e politica è tutta concentrata sui fatti di Roma, a causa dell’aggressione violenta, ma quell’irruzione causata dall’infiltrazione della destra neofascista non è affatto rappresentativa delle vere tensioni sul tema green pass, che non tanto è una questione di fascismo/antifascismo, ma di conflitto nei luoghi di lavoro tra sigle sindacali confederali e di base. Questa contrapposizione era già presente al nord in settori molto difficili, come la logisitica, in cui hanno raccolto  consenso sindacati come i Cobas proprio in contrapposizione alla Cgil, e si è a maggior ragione esasperata dopo la pandemia.

Se si vuole capire quali saranno le tensioni che rischiano di esplodere dopo il 15 ottobre non bisogna guardare le immagini dell’irruzione di Forza nuova a Roma, ma quelle dello scontro sui gradini della Camera del Lavoro di Milano tra servizio d’ordine della Cgil e militanti dei Cobas. Anche perché nelle fabbriche e nei luoghi di lavoro non ci saranno i fascisti di Forza nuova, ma i sindacati di base che accusano la Cgil di essere fascista.

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