Martedì prossimo è prevista l'assemblea dell'azienda: in cambio di una buona uscita della vendita della rete Tim, i francesi cercano un accordo con Mediaset per nuove opportunità nel mercato televisivo italiano ed europeo
Il principe di Condé dormì profondamente prima della battaglia di Rocroi. Nessuno sa che cosa stia facendo Arnaud de Puyfontaine prima della battaglia decisiva (forse) per la sorte della Tim. Non risulta che il presidente della Vivendi stia sfrecciando con una delle sue auto veloci lungo l’amata costiera amalfitana. Forse è nelle terre avite di Borgogna a sfogliare le prime margherite: lascio, aspetto o raddoppio all’assemblea che si terrà martedì prossimo? Che cosa gli avrà detto il patron Vincent Bolloré al quale non va giù che in Italia dove aveva avuto ampio spazio grazie al parrain Bernheim e al son copain Berlusconi, debba incassare due sonore sconfitte: la prima proprio in Mediaset, la seconda in Telecom Italia. Nell’un caso e nell’altro l’intero establishment politico, finanziario, istituzionale italiano gli ha sbarrato le porte congelando per ben otto anni le quote del gruppo francese.
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