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I numeri di Acea

Così il business dell'acqua diventerà un nuovo, cruciale, fattore geopolitico

Fabio Bogo

Con un utile netto di gruppo in crescita e l'Ebitda in ascesa, l'amministratore delegato dell'Agenzia Fabrizio Palermo presenta il piano "Green Diligent Growth", focalizzato sull'elettrico, l'ambientale e l'acqua. La strategia mira a un futuro sostenibile e globale

Passata la pandemia e superata l’emergenza collettiva sulle forniture energetiche legate all’invasione russa dell’Ucraina, Acea mette un punto fermo nella sua strategia futura e si sente pronta per un upgrading del suo ruolo. Numeri e scenari, presentati ieri a Milano illustrando il piano industriale 2024-2028, permettono di accelerare la corsa. L’utile netto di gruppo nel 2023 ha raggiunto 294 milioni, l’Ebitda è cresciuto del 7%, sono state riassorbite le incertezze legate alla volatilità dei prezzi. Tutte cose che permettono all’amministratore delegato Fabrizio Palermo di annunciare un piano battezzato “Green Diligent Growth”, che prevede 7,6 miliardi di investimenti “a supporto dello sviluppo del Paese”. Si lavorerà sull’elettrico, dove già si servono 1,5 milioni di clienti commerciali e si gestisce la rete cittadina di illuminazione pubblica più grande d’Italia, con il potenziamento della rete, la sua decentralizzazione grazie all’uso dell’intelligenza artificiale, lo sviluppo di infrastrutture per smart city. Si potenzieranno gli investimenti nel settore ambientale, dove Acea oggi opera in 8 regioni ed è quinto operatore italiano, gestendo 1,8 milioni di tonnellate di rifiuti, in una filiera che va dal processamento al Waste to Energy. E un grande impegno sarà messo sull’acqua, dove Acea è primo operatore in Italia, con 10 milioni di clienti gestiti, leader in Europa e rilevante attore sui mercati esteri, con altri 10 milioni di clienti tra Perù, Honduras e Repubblica Domenicana.
 

Nella delicata fase di cambiamento climatico, che rende l’acqua una risorsa sempre più scarsa e sempre più strategica, il piano di Acea spinge forte su una maggiore efficienza della rete, per ridurre al minimo le perdite (in Italia sono due volte quelle della media europea), grazie anche a forti investimenti sulle strutture esistenti, come l’Acquedotto del Peschiera. Qui la situazione è seria. Mercato molto frammentato, con 2500 operatori esistenti, rete vetusta (il 25% ha più di 50 anni di attività), disponibilità della risorsa diminuita del 20% da inizio 2000. Serviranno sforzi notevoli e spalle larghe.
 

Per essere più grandi bisogna però lavorare su più fronti geografici. In casa si aspetta l’esito della gara per il termovalorizzatore di Roma, per il quale Acea è in corsa con un raggruppamento di cui fanno parte anche Vianini Lavori, Hitachi Zosen e Suez: “Costerà significativamente meno dei 7,5 miliardi di euro di cui si è parlato”, ha assicurato Palermo, per il quale le cifre fatte circolare “sono più vicine ad una nave da crociera”. Un impegno finanziario quindi su basi “drasticamente diverse”, e che dovrà in ogni caso essere valutato in base “al valore prodotto per gli azionisti in termini finanziari”. Valore per gli azionisti che ha indirizzato anche la scelta di non partecipare ad aste per i clienti del mercato elettrico sotto certe soglie, che sono state ritenute, in uno scenario oggi fortemente indirizzato verso l’interesse del consumatore, poco attrattive dal punto di vista economico. Il messaggio induce a una considerazione: attenzione a un mercato che può risultare drogato, soprattutto a vantaggio dei produttori che possono compensare i minori profitti al dettaglio a valle con quelli realizzata all’ingrosso a monte; e attenzione al rischio che margini sempre più ridotti provochino, come sta accadendo nel mercato delle tlc, l’azzeramento degli investimenti necessari per modernizzare le reti.
 

All’estero l’attenzione è puntata invece soprattutto sul business dell’acqua, dove si valutano opportunità di crescita in Europa, Medio Oriente e Africa, anche tramite partnership, per la progettazione e la gestione di reti o di impianti di potabilizzazione. E non è un caso allora che proprio mentre a Milano si traccia l’orizzonte di nuovi progetti per l’estero, al Cairo una delegazione di Acea abbia incontrato il presidente della Zona Economica di Suez, dove l’Autorità si appresta ad avviare la prima fase di progettazione di un impianto di desalinizzazione dell'acqua con una capacità di 250 mila metri cubi al giorno, in cooperazione con la Banca Europea di Ricostruzione e Sviluppo.

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