Lo stabilimento Stellantis a Mirafiori, Torino - foto Ansa

Editoriali

Due domande sul futuro dello stabilimento Stellantis di Mirafiori

Redazione

Il problema delle auto cinesi in Italia non sono le auto, ma chi le farà. Alcune questioni

I cinesi a Mirafiori? Ben vengano se ci fanno lavorare, dicono i sindacati. Che ne pensa il governo? Con 150 mila vetture elettriche la Stellantis potrebbe avvicinarsi a quel milione di auto prospettato dal ministro Urso e promesso in cambio di incentivi pubblici da Carlos Tavares. Ma la ex Fiat non diventerebbe un cavallo di Troia o meglio di Pechino? L’indiscrezione pubblicata da Automotive news ha introdotto un fattore nuovo da valutare senza pregiudizi. Facciamo un passo indietro. Per colmare il gran divario che il gruppo Stellantis ha accumulato sia sull’auto elettrica sia sulla concorrenza cinese, Tavares ha discusso un accordo con la Leapmotor per una joint venture con un investimento di un miliardo e mezzo di dollari per il 51% della futura società, consentendo a Stellantis di rientrare in Cina dopo i fallimentari tentativi con i partner precedenti. In cambio Leapmotor arriva in Italia con le sue vetture di taglia piccola che di fatto possono spiazzare la 500 elettrica prodotta proprio a Mirafiori. Se le vetture previste dal 2026 sostituiscono le 500, non si vede un gran vantaggio né un futuro assicurato per Mirafiori. E questo è un primo dubbio. Il secondo ben più pesante riguarda l’identità della società cinese.

Nata come startup nel 2015 ha focalizzato i suoi interessi soprattutto sull’intelligenza artificiale. Il fondatore Fu Liquan controlla Dahua Technology, nato nel 2001, uno dei maggiori gruppi cinesi di videosorveglianza presente anche in Italia. Vice presidente è Zhu Jiangming che guida Leapmotor. Lo stato cinese partecipa con una piccola quota al capitale del gruppo Dahua, accusato nel 2017 di hackeraggio e utilizzato anche nella sorveglianza di massa degli uiguri. Nel 2019 gli Stati Uniti lo hanno inserito nella lista nera del Bureau of Industry and Security. Nel 2020 l’azienda cinese ha rimosso il codice di  identificazione facciale in base all’etnia. Ci porta lontano la vetturetta elettrica che forse verrà assemblata a Torino. Salendo su per li rami ci conduce in territori oscuri e solforosi. La domanda sorge spontanea: ma Tavares dove va a trovarli i suoi partner?

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