editoriali

L'industria agroalimentare contro la legge Lollobrigida sulla “carne sintetica”

Redazione

Unionfood ribadisce la richiesta di modifica del ddl, in particolare per quanto rigurada il “meat sounding". Una norma sbagliata e dannosa per le imprese italiane. Il ministro si dice disposto a rifare “una valutazione” (una cosa che andrebbe fatta prima di approvare i divieti, non dopo)

Ha cercato di procedere a fari spenti, per non urtare l’ipersensibilità del governo, ma ora l’industria agroalimentare esce allo scoperto contro la legge sulla “carne sintetica” del ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida. Dopo che il Foglio ha rivelato la presentazione a Bruxelles di un parere che chiede di cancellare la norma sul meat sounding, Unione Italiana Food – l’associazione di Confindustria che rappresenta l’agrifood italiano con 56 miliardi di fatturato, 100 mila addetti, 530 imprese e 18 miliardi di export – ha diffuso un comunicato. “Unione Italiana Food ha una posizione chiara rispetto alle disposizioni sul meat sounding contenute nel ddl sulla carne sintetica. I prodotti a base vegetale nascono da materie prime agricole tradizionali, che fanno parte da sempre della nostra alimentazione e che sono alla base della dieta mediterranea. Chi sceglie tali prodotti sa bene che sono molto diversi dalla carne sintetica, sia per peculiarità che per composizione”. Pertanto Unionfood, nell’ambito della procedura europea Tris, ha chiesto alla Commissione Ue di abrogare la norma italiana contro l’uso di denominazioni riferite alla carne per prodotti a base di proteine vegetali (tipo “hamburger di soia”) perché in questo modo verrebbero proibite “denominazioni che da decenni descrivono le ricettazioni di prodotti a base vegetale, senza appunto generare alcuna confusione nel consumatore”, penalizzando così le imprese e i lavoratori. Cioè il made in Italy.

  

L’industria, con spirito di “collaborazione” con il governo, “si augura un ripensamento” da parte del ministro Lollobrigida che su questo tema deve ancora emanare un decreto attuativo. Lollobrigida, dopo che è montato il caso, si è detto disposto a rifare “una valutazione” sulla norma. Una cosa, cioè, che andrebbe fatta prima di approvare i divieti e non dopo. La legge sulla “carne sintetica” non è ancora effettiva e già si rivela sbagliata e dannosa per le imprese italiane. Accade quando si legifera per fare propaganda e sulla spinta dell’ideologia. Ma poi arriva la realtà.