Tesla - foto Ansa

negli stati uniti

Tesla ritira due milioni di veicoli: l'autopilota è ancora prematuro

Stefano Cingolani

Le cose non sembrano andare bene per Elon Musk: tantissime autovetture sono state rinviate alla casa produttrice per "ulteriori controlli" legati al sistema che muove l'auto da sola dopo diversi incidenti. Chissà, magari il Ceo ne parlerà ad Atreju

Forse ne parlerà ad Atreju, forse dirà che è un complotto (la sede sembra adeguata), ma in questo periodo a Elon Musk le cose non girano per il verso giusto. Prima arriva la notizia che Space X ha rinviato il lancio del misterioso aereo spaziale X-37B “per eseguire ulteriori controlli del sistema“, poi l’annuncio che c’è bisogno di “ulteriori controlli” nei sistemi di guida semiautonoma, tanto che sono state ritirate ben due milioni di vetture. Che si facciano controlli meticolosi è segno di serietà, ma qualche dubbio sorge, soprattutto sulle automobili che si muovono da sole o quasi. L’aggiornamento riguarda i modelli prodotti fino al 7 dicembre 2023 e avverrà automaticamente, quindi i proprietari non dovranno portare le vetture dal meccanico o da un concessionario, né pagare extra. Il nuovo software includerà maggiori controlli per assicurarsi che il conducente rimanga attento mentre il sistema di guida semiautonoma Autopilot è attivo. Ma non è stata la Tesla ad accorgersi che qualcosa non funzionava a dovere, bensì la National Highway Traffic Safety Administration (Nhtsa), l’agenzia del governo statunitense che si occupa della sicurezza stradale. 

Dopo la morte nel 2021 in Texas di un uomo la cui Tesla si è scontrata con un trattore non riconosciuto da Autopilot, mentre viaggiava a 100 all’ora anche se c’era un limite di 50, l’autorità federale ha condotto una indagine capillare, studiando la dinamica di 956 incidenti provocati con la guida semiautomatica attiva. Secondo i risultati, il sistema non avrebbe meccanismi adeguati per assicurarsi che il guidatore rimanga sempre attento come dovrebbe. Altro che leggere, giocare, chattare al volante, come sostiene l’ingannevole pubblicità. Autopilot è in grado di far mantenere o cambiare corsia all’auto in autonomia, di farle variare la velocità e di farla entrare e uscire da un parcheggio, ma a dispetto del nome non può condurre l’automobile da solo, senza gli input umani. Gli aggiornamenti dovrebbero “incoraggiare il conducente a rispettare la propria continua responsabilità”, sottolinea la Nhtsa. La Tesla contesta i dati e sostiene che con Autopilot inserito il numero di incidenti è minore. Se ha ragione l’autorità di controllo, il risultato sarà una riduzione dell’automatismo e un aumento del ruolo attivo del pilota consapevole. Con un uso esteso dell’intelligenza artificiale generativa il sistema potrà migliorare seriamente. A Roma, Napoli, Milano dovremo attendere quella quantistica. 

Non facciamoci prendere la mano dal luddismo degli scettici. Certo, è istruttivo leggere che cosa ne pensa un protagonista assoluto del mondo automobilistico, Luca de Meo, big boss della Renault intervistato dal Corriere Motori: “Ci sarà davvero gente disposta a spendere migliaia e migliaia di euro per stare comunque seduta nella stessa posizione con le mani sollevate a otto centimetri dal volante come Sant’Antonio di Padova? Quando e se la guida autonoma arriverà a un livello tale da garantire massimo comfort e massima sicurezza allora potrei anche cambiare idea”. De Meo non è un anti-elettrico, al contrario la Renault è più avanti di altre case e in particolare della rivale francese Stellantis. Tuttavia il manager che quando era alla Fiat ha rilanciato la 500, cerca di usare il buon senso. La Tesla in ogni caso ha deciso di modificare il software praticamente in tutti i suoi modelli, intanto il controllore pubblico manterrà aperta l’indagine per essere sicuro che i cambiamenti previsti siano efficaci. La NHTSA insiste sulla responsabilità umana, nessuno strumento automatico può sostituirla. Se questo è il criterio di fondo, che ha come priorità la sicurezza, la sfida per i produttori diventa ancor più ardua: la tecnologia è andata molto avanti, ma non abbastanza. È il paradigma della lancia e dello scudo che regola il percorso dell’innovazione. Probabilmente i sistemi attuali non sono adeguati e ci sarà bisogno di nuovi costosi investimenti. Musk ha sempre giurato in passato sull’efficacia dei meccanismi usati dalla Tesla, ma la sua convinzione che sia ormai dietro l’angolo l’auto che si muove da sola, è quanto meno prematura

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