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editoriali

Meno rischi per la stabilità finanziaria. Il rapporto di Bankitalia

Redazione

“Le condizioni del sistema bancario sono migliorate e il livello di indebitamento privato si mantiene basso”, dice Palazzo Koch

Se si esclude il tema del debito pubblico l’Italia, in quanto a stabilità finanziaria, non ha nulla da invidiare all’Europa. Anzi. Tre giorni fa il rapporto della Bce (Financial stability review) indicava chiaramente una prospettiva di fragilità per la zona euro. E questo per il contesto economico debole, i rischi da tensioni geopolitiche e i tassi d’interesse alti. Ieri, Bankitalia ha sancito che nel nostro paese i rischi per la stabilità finanziaria beneficiano del miglioramento delle condizioni del sistema bancario, pur rimanendo significativi. Sebbene il contesto macroeconomico resti incerto, osserva Palazzo Koch, che per l’Italia stima una crescita pari allo 0,7 per cento nel 2023, “le condizioni del sistema bancario sono migliorate e il livello di indebitamento privato si mantiene basso”.

Il paradosso delle opposte condizioni in cui versano il settore pubblico e quello privato si fa così sempre più evidente. A fine giugno 2023, il rapporto tra debiti finanziari e reddito disponibile delle famiglie è sceso al 60 per cento mentre nell’area euro è al 90,5 per cento. L’indebitamento delle imprese rispetto al pil, pari al 65,7 per cento in giugno, si mantiene nettamente al di sotto dell’Eurozona (97,5 per cento). E per quanto riguarda gli operatori finanziari, le condizioni delle banche sono complessivamente buone (grazie ai maggiori profitti incamerati con il caro tassi e grazie anche alla tassa non pagata allo stato su questi extra margini ma accantonata), e si registra come novità positiva la crescita della patrimonializzazione del comparto assicurativo, che risulta così meno esposto a rischi di crisi tipo Eurovita.

Insomma, il settore privato sembra in grado di resistere agli choc esterni meglio dello stato, anche se è interessante osservare come al suo interno si delinei un approccio diversificato nei confronti del debito pubblico italiano. Nella prima metà dell’anno, dice Bankitalia, la quota di Btp detenuta dalle famiglie ha continuato ad aumentare, mentre è ulteriormente diminuita quella di banche e assicurazioni. 

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