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Le indagini

Antitrust e caro voli: se non hai le prove, cambia le regole

Carlo Stagnaro

Dopo aver chiuso un primo procedimento senza sanzioni a carico delle compagnie aeree, l'Antitrust apre una nuova indagine conoscitiva sull'operato di Ryanair, Wizzair, Easyjet e Ita

Chiodo scaccia chiodo. Pochi giorni dopo l’avvio di un’indagine conoscitiva del Garante per la concorrenza sui sistemi di determinazione dei prezzi dei biglietti aerei da e per la Sicilia, gira la voce che una precedente inchiesta del medesimo Garante stia per chiudersi senza alcun addebito alle compagnie (“Caro voli in Sicilia, per l’Antitrust non c’è un accordo tra compagnie per fissare le tariffe”, Corriere della sera del 18 novembre). Ne avrebbero ricevuto comunicazione gli operatori coinvolti, cioè Ryanair, Wizzair, EasyJet e Ita. Potrebbe essere una coincidenza, ma è probabile che non lo sia. Andiamo con ordine. 


Il 20 dicembre 2022, l’Autorità presieduta da Roberto Rustichelli notificò ai principali vettori aerei l’apertura di un procedimento sui prezzi dei biglietti da e per la Sicilia durante le festività natalizie. L’ipotesi era di un cartello finalizzato a gonfiare le tariffe approfittando della maggiore domanda tipica di quel periodo. Il caso dovrà concludersi entro il 31 dicembre ma, a quanto sembra, l’Antitrust non ha trovato la proverbiale pistola fumante. Suona quindi curioso che, a poche settimane dalla scadenza e soprattutto dal Natale 2023, Piazza Verdi si muova nuovamente, sebbene con uno strumento differente (l’indagine conoscitiva) e un perimetro più ampio (cioè i viaggi per entrambe le isole maggiori). Nel mirino c’è, in particolare, l’utilizzo di sistemi di “revenue management” – i cosiddetti “algoritmi” – utilizzati dalle compagnie aeree, cioè la personalizzazione delle offerte sulla base non solo di elementi oggettivi (per esempio il giorno della settimana o il periodo dell’anno), ma anche soggettivi (come la tipologia di dispositivo utilizzato per effettuare le prenotazioni). Obiettivo ultimo è “verificare se e a quali condizioni gli algoritmi utilizzati dalle compagnie aeree potrebbero essere in grado di influire – o concretamente influiscano – in modo negativo sulle condizioni di offerta del servizio di trasporto aereo ai consumatori”. 

Di per sé l’indagine può contribuire alla migliore conoscenza e comprensione di quel mercato, anche alla luce delle polemiche sui prezzi degli scorsi mesi. Tuttavia, modalità e tempistiche suscitano alcune domande. La prima è: quale fatto nuovo giustifica questa mossa? La risposta potrebbe arrivare proprio dall’esito del procedimento precedente, che appunto scagionerebbe i colpevoli designati nell’impossibilità di trovare prove a carico loro e del loro algoritmo e, dunque, condannarli a pagare sanzioni o a cambiare le proprie strategie. La novità, allora, non sta negli esiti dei mercati, ma nella legislazione. Quest’estate il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, aveva tentato di imporre un tetto al prezzo dei voli. L’impossibilità di disegnare una misura compatibile col diritto europeo, la sollevazione degli operatori e dei passeggeri, e l’oggettivo rischio di causare involontariamente una riduzione del numero dei voli costrinsero il governo a una precipitosa marcia indietro. Fu così trovato un compromesso all’interno del decreto Asset, pare su sollecitazione dello stesso Garante: l’Antitrust può ora svolgere indagini conoscitive – in realtà una possibilità già prevista e ampiamente utilizzata fin dal 1990 – sulla base delle quali “imporre alle imprese interessate ogni misura strutturale o comportamentale necessaria e proporzionata, al fine di eliminare le distorsioni della concorrenza”. Il testo della norma fa esplicito riferimento al trasporto aereo e agli algoritmi, ma il punto essenziale sta nella facoltà di applicare nuovi vincoli alle imprese senza prima doverne dimostrare le condotte illecite.

Di fatto, è un modo per alleggerire gli oneri probatori. Insomma: l’Autorità, sulla base del procedimento dell’anno scorso, non può esprimere una condanna, come vorrebbero il governo e alcune associazioni dei consumatori (l’indagine del 2022 nacque proprio da un esposto Codacons). Quindi, apre un nuovo fronte, sperando in tal modo di cavarsela con uno scrutinio e un onere probatorio meno rigoroso quando eventualmente la partita si sposterà davanti al Tar. Ma questo conduce a un’altra stranezza: proprio nei giorni in cui veniva discusso il decreto Asset con le norme contro gli algoritmi, il presidente Rustichelli rilasciava un’intervista a 360 gradi al Sole 24 Ore, in cui promuoveva a pieni voti il settore aereo: “Proprio i voli, se guardiamo i prezzi attuali rispetto a quelli di 30 anni fa, sono un settore emblematico per dimostrare i vantaggi a lungo termine della concorrenza”. Quindi, per riassumere: a dicembre 2022 il Garante apre un procedimento per sospetta collusione tra le compagnie aeree, a settembre dice che va tutto bene, a novembre rilancia una nuova indagine conoscitiva sullo stesso settore e sulle stesse compagnie. Se non puoi vincerli, cambia le regole e sfidali di nuovo.
 

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