Il test della concorrenza sulle telecomunicazioni

Stefano Cingolani

La strana giravolta del governo sulle offerte operator attack da parte delle compagnie telefoniche

Il nome è esotico, operator attack, in sostanza è una promozione vantaggiosa sia come costo sia come servizi, lanciata dai principali operatori telefonici a chi emigra da specifici gestori cioè quelli che hanno offerte di base più convenienti: Iliad, PosteMobile, Fastweb Mobile, CoopVoce e MVNO. I tre big usano gestori virtuali: Tim ha Kena Mobile, Vodafone ho.mobile, Wind3 Very Mobile. Il 22 giugno l’Antitrust chiede al governo di bloccarle e anche l’Agcom manifesta la sua contrarietà.

 

Ad ottobre Fratelli d’Italia e Lega presentano due emendamenti al disegno di legge sulla concorrenza per recepire i pareri delle agenzie che vigilano sul mercato e le comunicazioni, il governo dà parere favorevole, la commissione industria del Senato approva, la Lega giubila con un comunicato stampa. Ma canta vittoria troppo presto. Perché il governo fa marcia indietro. Martedì scorso l’esecutivo presenta un nuovo emendamento in senso del tutto opposto, smentendo i parlamentari di Fd’I e Lega. In concreto il divieto viene ridimensionato solo a un caso specifico, cioè le offerte in database MNP, che è già stato messo all’indice anni fa dall’Agcom

 

Quello dei telefonini è un mondo che solo gli iniziati riescono a penetrare. Agli utenti comuni arrivano tre terminali: il costo (molto spesso nascosto in una miriade di eccezioni), la qualità del servizio, l’accessibilità sempre e ovunque. Il mercato è nato come concorrenziale, è diventato di fatto oligopolistico, poi di nuovo aperto grazie all’ingresso di altri concorrenti. I big hanno lamentato la guerra dei prezzi, ma, à la guerre comme à la guerre, hanno dispiegato la loro potenza di fuoco usando “incursori” molto specializzati e campagne aggressive tipo vi do un bello sconto se lasciate Iliad, Poste o Fastweb. Di qui l’intervento dei “cani da guardia” del mercato. Si può dire che il gioco s’è fatto troppo duro, ma non fa meraviglia.

 

Quel che colpisce è l’atteggiamento del governo. Già di per sé considera la concorrenza come una rogna, un disturbo per il manovratore, ma capovolte tanto rapide non si erano ancora viste

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