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Editoriali

L'utopia di rinunciare al greggio, spiegato con i dati dell'Aie

Redazione

Mentre la Cop28 si avvicina i dati dell’Agenzia Internazionale dell’Energia dicono perché il sogno elettrico non sta funzionando   

Le cose fino a ora non sono andate troppo bene, le emissioni totali hanno continuato a crescere, ma da qui in avanti potrebbe andare meglio se… In sintesi questo è il messaggio lanciato dall’Agenzia Internazionale dell’Energia con il suo Outlook 2023, anche nel tentativo di immettere un po’ di ottimismo, almeno quello della volontà, nel prossimo appuntamento per la Cop28 delle Nazioni Unite negli Emirati Arabi. Ma per essere ottimisti occorre forzare qualche dato. L’Aie stima che nei prossimi anni il consumo di combustibili fossili raggiunga il suo picco e che conseguentemente il suo contributo alla soddisfazione del consumo totale di energia scenda dall’attuale 80 al 73 per cento. Ma anche con il tasso di crescita della richiesta di energia previsto dall’Agenzia, lo 0,7, piuttosto ottimista contro una media degli ultimi 10 anni dell’1,5 per cento, quel 73 per cento significherebbe una modestissima riduzione della quantità totale di combustibili fossili utilizzati. La percentuale diminuisce, ma la torta si ingrandisce. Se poi la crescita fosse un poco più alta anche quel modesto risultato si annullerebbe. È dalla quantità totale e non dalla percentuale che dipende la quota di emissioni in atmosfera. Che infatti hanno continuato a crescere. Stesso discorso per le rinnovabili previste in crescita dal 30 attuale al 50 per cento del totale della produzione elettrica.

Ci sono anche le buone notizie sicure. Aumenta la produzione di energia fotovoltaica un po’ in tutto il mondo, la penetrazione di auto elettriche e di pompe di calore, migliora l’efficienza energetica e anche la produzione da nucleare, e colossi come la Cina sembrano aver rallentato la crescita e iniziato un percorso di efficientamento delle proprie economia. Ma per restare in linea con lo scenario del Net Zero Emission, dice l’Aie, gli sforzi devono andare con ben altro passo. Se sia solo un pushing in vista della Cop28 o uno scenario possibile solo il tempo ce lo dirà. Ma se, come dice il saggio, l’unica previsione valida è guardare i consuntivi, fino a oggi a prevalere è un ragionevole pessimismo.

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