festa dell'ottimismo

Leo: "Nel 2024 giù il cuneo fiscale e accorpamento aliquote irpef"

Il viceministro dell'Economia: "L'obiettivo è una riforma fiscale strutturale. Dobbiamo tendere la mano ai piccoli e medi contribuenti per alleggerire il carico delle tasse"

"Continuiamo a lavorare anche oggi". Il viceministro dell'Economia Maurizio Leo annuncia alla Festa dell'Ottimismo il lavoro portato avanti dal governo in vista del Consiglio dei ministri di lunedì mattina, quando il governo licenzierà la Manovra. "Dobbiamo tener conto del fatto che non abbiamo tantissime risorse a disposizione. Il Parlamento ha approvato lo scostamento, attraverso questo meccanismo reperiamo oltre 15 miliardi di risorse a debito". Due le finalità della legge di Bilancio, ha annunciato il membro del governo: "Anche per il 2024 interveniamo sul cuneo fiscale, a vantaggio del lavoro dipendente colpito dall'inflazione. Purtroppo non sarà strutturale, viviamo un day by day. In aggiunta ci sarà il primo modulo della riforma fiscale, dell'Irpef, che oggi è strutturata su quattro aliquote. Noi accorperemo i primi due scaglioni. L'effetto congiunto di queste due misure assicurerà che quando saranno date più risorse al lavoratore dipendente queste non siano poi erose dal carico fiscale", ha spiegato il viceministro. 

Chi sarà avvantaggiato? "I redditi medio bassi, fino a 28mila euro. Mentre restano invariate le altre aliquote. Il nostro obiettivo è arrivare gradualmente alla riduzione del carico fiscale. Per fare questo dovremo mandare avanti la riforma fiscale. L'aliquota rappresenta il primo modulo della riforma fiscale. Noi questo intervento lo facciamo in attuazione della legge delega. Per vedere gli effetti complessivi? La riforma fiscale per come l'abbiamo concepita si doveva fare negli anni 70. Adesso che cosa vogliamo fare? Una riforma fiscale strutturale, intervenire sui principi generali. Il contribuente ha difficoltà a interargire con l'Agenzia delle entrate. Dobbiamo cambiare registro se vogliamo lottare contro l'evazione fiscale", ha argomentato Leo.

Sempre secondo l'esponente della maggioranza, "abbiamo un tax gap che oscilla tra gli 80 e i 100 miliardi di euro. L'agenzia dell'Entrate può fare controlli entro una certa percentuale, non più del 2 per cento. Se non cambiamo le regole continueremo a dire lotta all'evazione 'lotta all'evazione' senza cambiare niente. Per i soggetti fino a 50mila oggi il fisco ha strumenti di controllo efficacissimi. Di recente abbiamo varato una norma per incrociare queste informazioni, per chi mostrava pagamenti con il pos ma senza scontrini fiscali. In aggiunta alle sanzioni posso applicare le sanzioni accessorie che sono quelle che fanno più male. Bisogna tendere la mano al contribuente. Per le imprese più grandi invece pensiamo a un'opera di collaborazione. Monitori il tuo rischio fiscale. Se ti fai certificare un rischio vuol dire che vuoi essere trasparente. Si deve aprire un dialogo". 

Leo anche detto che con la riforma fiscale si deve passare da un "sistema complesso a un sistema a uno semplice, dal disordine all'ordine". Ha anche annunciato che il governo introdurrà una tassa sulla esterovestizione, e cioè "la fittizia localizzazione della residenza fiscale di una società all'estero, in particolare in un Paese con trattamento fiscale più vantaggioso". 

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