L'Italia cresce più di Francia e Germania. Il Fmi alza le previsioni del pil a +1,1 per cento nel 2023

L'economia italiana va a gonfie vele, spinta dalla corsa dei servizi e del turismo. L'aggiornamento trimestrale del World Economic Outlook

Mentre la crescita dell’economia globale migliora, pur rimanendo debole, l'Italia a fine anno registrerà una performance migliore di quella di Germania, Francia e della media Ue. È quanto emerge dall'aggiornamento trimestrale del World Economic Outlook del Fondo monetario internazionale. Il pil italiano è stato alzato di 0,4 punti percentuali nel 2023 al +1,1 per cento, mentre quello per il 2024 è stato ritoccato all’ingiù di 0,2 punti al +0,9 per cento. A sospingerlo la corsa dei servizi e del turismo. Le previsioni più recenti sul nostro paese erano state diffuse nel maggio scorso. Nel Weo di aprile, invece, per l'Italia si stimava una crescita del pil dello 0,7 per cento nel 2023 e dello 0,8 per cento nel 2024. Nel 2022 il prodotto interno lordo era aumentato del 3,7 per cento.

  

"L’economia globale continua a riprendersi gradualmente dalla pandemia e dall’invasione russa dell’Ucraina, ma non è ancora fuori pericolo", avverte Pierre-Olivier Gourinchas, consigliere economico e direttore del Dipartimento di ricerca del Fmi. "L’equilibrio rimane in bilico al ribasso ed è troppo presto per festeggiare". “Le stime a rialzo del Fmi confermano l'efficacia della politica economica del governo e ci spronano ad andare avanti su questa strada e fare ancora meglio. L'Italia nel 2023 crescerà più di Germania e Francia e più della media dell'eurozona. Sono risultati che costituiscono la base per la prossima legge di Bilancio, alla quale stiamo già lavorando", festeggia la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni

 

Anche l'Istat aveva certificato che, nel primo trimestre del 2023, il pil italiano era cresciuto più delle previsioni. Se si tiene conto dei dati macroeconomici diffusi dagli altri paesi, si registra come la crescita italiana sia più alta di quella di paesi come la Francia, Stati Uniti e Germania,

  

Per non perdere il treno della crescita tuttavia serve dare priorità al Piano nazionale di ripresa e resilienza. Un'esigenza segnalata dallo stesso Fmi, al termine della consultazione Article IV - il monitoraggio annuale che il Fondo attua sui paesi  - con l’Italia.  "Le politiche che rallentano la riduzione del debito pubblico o i ritardi prolungati nella ricezione degli esborsi di Next generation Eu potrebbero sollevare problemi di finanziamento. La crescita potrebbe essere influenzata negativamente da un nuovo balzo dei prezzi dell’energia, dalla frammentazione del commercio estero e degli investimenti o da un calo generalizzato della domanda esterna". Per questi motivi, avverte quindi l'Fmi, è importante attuare tempestivamente ed efficacemente il Recovery. 

 

 

Un’Italia che nel 2020-2021 non si è fatta mancare quasi nulla. Una economia che si è lasciata alle spalle gli zero virgola dei tassi di crescita del pil che avevano contrassegnato i primi quindici anni del nuovo secolo. E' questa l'Italia del dopo pandemia? Crescita, export, investimenti, occupazione: analisi di un nuovo boom italiano

  

Mai riposare sugli allori, comunque. Il centro studi di Confindustria prevede un rallentamento del pil nel secondo trimestre: manifattura e costruzioni ostacolano il contributo positivo offerto dai servizi. I vari settori dell’economia italiana non marciano con lo stesso ritmo: ecco perché

 

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