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Editoriali

La malattia dell'acciaio contagia Terni

Redazione

In Umbria si rischia la chiusura secondo lo stesso copione visto a Taranto. Il sindaco Bandecchi: "Non possiamo ignorare che Terni oggi è la peggiore città italiana per inquinamento”

Il ministro del Made in Italy Adolfo Urso ha detto che è stato sbagliato “vendere Ilva ad ArcelorMittal, una multinazionale già presente in Europa, quando in gara c’era anche un concorrente italiano”. L’italiano in realtà era indiano, Jindal, e oggi gestisce l’acciaieria di Piombino, dove da tre anni non è riuscito a fare il promesso forno elettrico mentre chiede fondi al governo per rimettere in marcia gli impianti e far rientrare gli operai in cassa integrazione. Oggi Urso, non è un mistero, vuole dare Ilva ad Arvedi, che lo scorso anno ha acquisito Acciai Speciali Terni, promettendo un investimento (metà pubblico) da 1,7 miliardi. Mai arrivati. Il sindaco di Terni Stefano Bandecchi, patron della Ternana e di Unicusano, in un video cult ha chiesto al cavalier Arvedi di tornarsene a Cremona: “Arvedi ha chiuso le porte ad aziende ternane per portare lavoro a Cremona. Manda centinaia di persone in cassa per settimane. Chiede di pagare di meno l’energia elettrica. Se Terni non gli piace può andarsene”. Ovviamente prima dello show Bandecchi ha tirato fuori dati di nichel, cromo, e lo studio “sentieri” sulle malattie: “Oggi l’inquinamento della città fa più schifo di ieri e l’aria è malsana. Abbiamo il doppio di tumori negli adulti e il triplo nell’infanzia. Stiamo lavorando per promuovere il turismo ma non possiamo ignorare che Terni oggi è la peggiore città italiana per inquinamento”. Le stesse cose che da anni ripete il sindaco di Taranto, ma anche quelli di Cremona, Torino e Piombino. Insomma qual è la città più inquinata d’Italia? Intanto il sindaco di Taranto con quei dati ha per l’ennesima volta fatto ricorso al Tar contro Ilva, chiedendo lo spegnimento degli impianti. Forse la politica anziché promettere piani industriali scegliendosi i padroni delle aziende, farebbe bene a chiarire i dati su inquinamento ed epidemiologia. Non si possono ogni volta mettere in mezzo bambini e malattie senza nesso di causalità, solo per alzare i toni delle trattative. Anche perché oltre ai cittadini, qualche pm che ci crede si trova sempre.

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