Foto Epa, via Ansa

editoriali

La partita a scacchi del price cap

Il prezzo del petrolio russo supera il tetto dei 60 dollari: servono più controlli

Il taglio alla produzione di petrolio annunciato dall’Opec+ su decisione dell’Arabia Saudita ha fatto crescere i prezzi del greggio portando il Brent da 79 a 84 dollari al barile in una mattinata. Ad aumentare è anche la quotazione del petrolio russo Urals, arrivato a oltre 64 dollari dai circa 55 della settimana precedente, superando il price cap di 60 dollari sul petrolio russo introdotto a dicembre dai paesi del G7, dall’Ue e dall’Australia. Il price cap è stato pensato per limitare i ricavi di Mosca dalle esportazioni petrolifere senza privare i mercati internazionali del greggio russo, evitando di creare un vuoto di offerta che avrebbe fatto schizzare in alto i prezzi globali. Questa particolare misura sanzionatoria permette ai fornitori dei servizi assicurativi e finanziari dei paesi occidentali – di gran lunga dominanti nel settore – di continuare a servire le navi che trasportano greggio russo, ma a patto che venga venduto al di sotto del tetto al prezzo stabilito.

 

Il price cap sta funzionando, ha ridotto le entrate della Russia limitandone la capacità di finanziare lo sforzo bellico senza conseguenze per i mercati petroliferi globali, ma finora i sistemi di controllo non sono stati realmente messi alla prova poiché, da quando esiste il price cap, la quotazione del greggio degli Urali è stata quasi sempre inferiore ai 60 dollari al barile. La mossa dei sauditi porta il prezzo sopra al tetto e obbliga i paesi occidentali a rafforzare i controlli sul rispetto del price cap, che significa tracciare, ricostruire e sviscerare con molta più severità la filiera del commercio di petrolio russo. Questo significa anche disincentivare una parte degli operatori dal trattare barili russi per evitare di subire troppi controlli e rischiare sanzioni, con effetti da valutare nei prossimi mesi, che vanno dal calo dei flussi di export di petrolio russo a un ritorno del suo prezzo al di sotto dei 60 dollari al barile.

 

La vera partita a scacchi delle sanzioni infatti si gioca nella loro applicazione: una volta che sono state introdotte, la portata degli effetti dipende da come e quanto vengono fatte rispettare.

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