Alessandro Benetton durante la presentazione (Lapresse)

Il progetto

Nasce Mundys, la nuova società dei Benetton. Blackstone socio di minoranza

Mariarosaria Marchesano

Dopo il delisting da Piazza Affari il gruppo Atlantia cambia nome: oggi la presentazione a Milano. A disposizione 8,5 miliardi per operare sulla mobilità: gli obiettivi sono sostenibilità energetica e innovazione

Dopo il delisting da Piazza Affari, il gruppo Atlantia rinasce come Mundys, parola dalla forte assonanza latina, che richiama la globalità. “La tragedia del Ponte Morandi peserà per sempre sulla nostra famiglia”, ha detto Alessandro Benetton oggi a Milano a margine della presentazione della nuova società di cui Ponzano Veneto avrà il controllo affiancata da un socio di minoranza “visibile”: il fondo americano Blackstone. “Come azionisti potevamo voltarci dall’altra parte, invece abbiamo colto la sfida di un progetto ambizioso come Mundys: non è un vestito nuovo su un corpo vecchio, ma un progetto studiato per più di un anno, fatto di discontinuità e innovazione”.

 

Mundys ha un presidente, Giampiero Massolo, un vice presidente, Alessandro Benetton, e presto sarà annunciato il nome dell’amministratore delegato, che avrà il compito di guidare una realtà che si pone un obiettivo ambizioso: diventare in 5 anni il primo gruppo mondiale nel settore infrastrutturale. A disposizione ci sono investimenti per 8,5 miliardi che Benetton ha detto potranno essere spesi per cogliere opportunità di mercato diversificate, ma tenendo come riferimento la sostenibilità energetica e l’innovazione. Mundys è un gruppo focalizzato sulla mobilità, autostradale, aerea e urbana, presente in 24 paesi e con oltre 23 mila dipendenti (6 mila in Italia). Nel suo perimetro ci sono Aeroporti di Roma, Aeroports de la Còte d’Azur, la spagnola Abertis, gestita con il partner Acs, il gruppo cileno Costanera, Telepass e Yunex Traffic. Il cuore del business non è cambiato rispetto ad Atlantia, eccetto la partecipazione in Aspi che è stata dismessa, ma è la chiave a essere nuova ed è quella ambientale che per funzionare “deve avere un resoconto tecnico vero con la riduzione delle emissioni di CO2 entro il 2030 e l’azzeramento entro il 2050”. Ci si può riuscire, ne è convinto il presidente di Edizione, con una grande integrazione tra mondo dell’ingegneria, della robotica e dell’intelligenza artificiale e puntando sulla ricerca con collaborazioni con le grandi università italiane, come Ca’ Foscari e Bocconi.

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