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editoriali

Un nuovo Patto di stabilità senza austerità ma prudente sul debito conviene all'Italia 

Redazione

La riforma su cui si esprimerà settimana prossima l'Ecofin è “un’ottima operazione” per il governo Meloni, ha detto il commissario Gentiloni. Si apre una nuova fase nell’applicazione delle regole di bilancio che gli stati membri dovranno rispettare

La Commissione europea ha presentato gli orientamenti fiscali per il 2024, aprendo una nuova fase nell’applicazione delle regole di bilancio che gli stati membri dovranno rispettare. Un’intesa di massima sulla riforma del Patto di stabilità e crescita è attesa per la prossima settimana all’Ecofin. Le proposte legislative saranno presentate ad aprile e i dettagli tecnici dovranno essere negoziati nel corso del prossimo anno. Ma c’è convergenza su come dev’essere il nuovo Patto: realistico sugli obiettivi di bilancio, con tempi più lunghi per la riduzione del debito e ancora più lunghi se i governi sceglieranno di fare riforme e investimenti nei settori prioritari per l’Ue (la doppia transizione verde e digitale e la difesa).

Per l’Italia e il governo di Giorgia Meloni, il nuovo Patto sarà “un’ottima operazione”, ha detto il commissario Paolo Gentiloni: rispetto al passato ci sarà “maggiore gradualità nella riduzione del debito” e “gli incentivi agli investimenti introducono ulteriore gradualità nella riduzione del debito”. Ma questo non significa che si possa continuare a lasciar correre i conti, come accaduto dal 2020 a causa della pandemia, della guerra russa in Ucraina e dell’aumento dei prezzi dell'energia.

Questo è il segnale che ha inviato la Commissione con i suoi orientamenti fiscali per il 2024: tornare a una forma di normalità per evitare che i debiti pubblici diventino insostenibili. E’ una delle ragioni per cui la Commissione a primavera quantificherà gli sforzi fiscali che i governi dovranno compiere. Per renderli più cogenti, nel 2024 la Commissione aprirà procedure per deficit eccessivo contro tutti i paesi con un disavanzo superiore al 3 per cento del pil. “La prudenza nei confronti del debito deve restare uno dei fattori delle nostre politiche economiche”, ha avvertito Gentiloni. Vale soprattutto per l’Italia, che ha il debito più alto della zona euro dopo la Grecia.