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quanto costa fare un pieno

Altro che accise, è l'embargo che minaccia i prezzi dei carburanti

Maria Carla Sicilia

Nonostante la rimozione degli sconti su diesel e benzina i prezzi alla pompa restano inferiori a quelli di marzo 2022. Ma lo stop all'acquisto di prodotti petroliferi russi potrebbe scuotere il mercato, soprattutto del gasolio. Basta bonus, dicono al Mef. Ma se tornasse una situazione emergenziale a via XX Settembre sarebbero pronti a riaprire il dossier 

All’indomani del ripristino delle accise sui carburanti, la soglia psicologica dei due euro è stata superata solo per il diesel e solo in alcuni casi con la modalità servito. Tuttavia, come da manuale, le reazioni delle opposizioni non si sono fatte attendere. Pd, Terzo Polo e Movimento 5 stelle hanno attaccato il governo Meloni per aver scelto di annullare gli sconti introdotti dall’esecutivo guidato da Mario Draghi, mettendo alla gogna soprattutto l’incoerenza della premier e del vicepremier Matteo Salvini. Entrambi, nelle loro precedenti campagne elettorali, avevano promesso di tagliare le accise. Ma dai banchi del governo, facendo due conti, la misura si è rivelata troppo costosa in un momento in cui lo spazio fiscale è stretto e la crisi economica diffusa: ora che i prezzi alla pompa si sono ridotti, meglio risparmiare gli oltre 7 miliardi di euro che sono stati spesi da marzo a dicembre e dirottarli sugli aiuti in bolletta per i redditi più bassi, è stato il ragionamento del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti.

Così, dal primo gennaio, al prezzo della materia prima di diesel e benzina si aggiungono 18 centesimi al litro. Lo stop agli sconti è stato graduale: altri 12 centesimi erano stati già reintrodotti dal primo dicembre, per un totale di 30 centesimi tra accise e Iva. Il risultato è che oggi la benzina e il diesel self service costavano rispettivamente 1,8 e 1,87 euro al litro in media, secondo le rilevazioni della rivista di settore Staffetta Quotidiana, mentre sul servito i livelli sono stati poco sotto i 2 euro/litro per la benzina  e un po’ oltre per il gasolio (2,02 euro/litro).  Almeno per il momento, il ritorno delle accise è praticamente compensato dalla progressiva riduzione del prezzo dei carburanti. Quando furono introdotti i primi sconti, a marzo 2022, i prezzi alla pompa in modalità self erano più alti di quanto non lo siano ora: il diesel costava 1,97 e la benzina 2 euro/al litro. Nei mesi successivi i prezzi si sono poi ridotti, salvo alcuni picchi tra giugno e luglio, creando appunto le condizioni per quella che il governo definisce una “scelta coraggiosa”, che resta sicuramente impopolare. Tuttavia, fare previsioni su cosa accadrà in futuro è difficile. 

Dal 5 febbraio entrerà in vigore l’embargo europeo ai prodotti petroliferi russi, con la conseguenza che volumi consistenti di petrolio e derivati usciranno dal mercato petrolifero internazionale. L’Europa dovrà rimpiazzare circa un terzo delle sue importazioni dalla Russia con altri fornitori, come già fatto con il gas durante lo scorso anno. Secondo diversi esperti, anche stavolta potrebbero verificarsi nuovi impatti sui prezzi. E questo vale specialmente per il gasolio, su cui da mesi si concentrano tensioni e rincari per fattori legati al conflitto in Ucraina, oltre che alla capacità di raffinazione dell’Europa, indebolita negli anni.    

I ministeri interessanti, Mef in testa, restano vigili. Per il momento l’idea generalizzata è che la situazione sia sotto controllo. Rinnovare lo sconto sulle accise resta l’ultima delle opzioni per l’esecutivo, una misura emergenziale da valutare solo in caso di una nuova emergenza. E allora non è escluso che si possa riaprire il dossier. Di sicuro c’è che Giorgetti vuole evitare aiuti sotto forma di bonus generalizzati, che costano tanto e hanno un impatto ridotto.  Una soluzione potrebbe essere quella di ragionare su buoni carburante da distribuire solo alle famiglie con redditi o Isee più bassi. “Non è utile ragionare sul quando sarà necessario”, spiegano dalle parti di via XX Settembre, “ma piuttosto sul se”.  E per il momento al governo prevale la linea dell’ottimismo. 
 

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  • Maria Carla Sicilia
  • Nata a Cosenza nel 1988, vive a Roma da più di dieci anni. Ogni anno pensa che andrà via dalla città delle buche e del Colosseo, ma finora ha sempre trovato buoni motivi per restare. Uno di questi è il Foglio, dove ha iniziato a lavorare nel 2017. Oggi si occupa del coordinamento del Foglio.it.