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L'intervista

Il rigassificatore di Piombino verso l'ok. Giani: “L'opera ha le condizioni per essere approvata”

Maria Carla Sicilia

Oggi il penultimo incontro a Palazzo Chigi, il parere finale arriverà entro il 27 ottobre. Il commissario straordinario mette sul tavolo le compensazioni per il territorio, tra cui bollette scontate al 50 per cento. E sul parere contrario del sindaco Ferrari: "La conferenza dei servizi deciderà a maggioranza"

Il finale è ancora tutto da scrivere, ma se dal vertice che si terrà oggi a Palazzo Chigi uscisse un parere favorevole alla realizzazione del rigassificatore di Piombino la strada verso l’autorizzazione sarebbe in discesa. “Questo passaggio è molto importante perché formalizza in un unico parere la posizione di circa il 50 per cento degli enti che partecipano alla conferenza dei servizi”, spiega al Foglio Eugenio Giani, presidente della regione Toscana e commissario straordinario dell’opera. In pratica, oggi sono chiamati ad esprimersi tutti gli organi centrali come l’Ispra, l’Istituto superiore di sanità e le direzioni generali dei vari ministeri. Il loro parere si affiancherà a quello degli enti locali che si riuniranno per l’ultima volta il 21 ottobre. A quel punto ci sarà una settimana di tempo prima che scadano i termini fissati per legge: la data da cerchiare in rosso è il 27 ottobre, entro quel giorno il commissario dovrà prendere una decisione sul progetto. 


Dipendesse da Giani, che studia osservazioni e controdeduzioni sul dossier da tre mesi e mezzo, “l’opera ha tutte le condizioni per essere approvata”. Ma tra i 35 soggetti coinvolti  qualcuno è ancora contrario, come il sindaco di Piombino, il meloniano Francesco Ferrari. “Ascolteremo tutti”, dice il commissario, che però aggiunge: La conferenza dei servizi può decidere anche a maggioranza”. Anche alcune associazioni locali continuano a rifiutare l’opera, nonostante la documentazione prodotta da Snam che risponde punto per punto a tutte le osservazioni, e chiedono di posticipare la riunione del 21 ottobre per aspettare che si insedi il nuovo governo. E’ un’ipotesi realistica? “Io rispetto le leggi e le leggi mi dicono che devo procedere per arrivare a un parere entro il 27”, taglia corto Giani: “Il rinvio della conferenza dei servizi non mi sembra una richiesta tecnica legata alla tutela dell’ambiente o alla sicurezza, ma piuttosto una richiesta politica”. 


I tempi sono stretti e come ha spesso ricordato il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani l’entrata in funzione del rigassificatore entro la primavera del 2023 è fondamentale per la sicurezza energetica del paese, che si prepara a ricevere il gas naturale liquefatto per sostituire parte dei volumi prima importati dalla Russia. Da Piombino dovrebbero essere immessi nella rete del gas 5 miliardi di metri cubi all’anno. Le condizioni della regione prevedono che la nave sia ormeggiata nel porto solo per tre anni, prima di essere spostata offshore.

 

Come commissario straordinario, Giani ha una grande responsabilità. “Io penso agli interessi della Toscana e di Piombino e ritengo che il rigassificatore possa anche diventare un’opportunità per il territorio”, ragiona. “Ma non posso non pensare anche ai cittadini e alle imprese in difficoltà che rischiano di chiudere per la crisi energetica. Ognuno di noi deve dare il proprio contributo”. In cambio cosa chiede Piombino? “Bonifiche per l’area siderurgica intorno al porto, la realizzazione di una variante stradale che collega l’Aurelia direttamente alla darsena e alle banchine del porto senza passare dal centro della città, così da decongestionare il traffico pesante e quello turistico. Poi impianti di energia rinnovabile che può realizzare lo stato o le sue partecipate a servizio di un’area fortemente industrializzata, si pensi solo alle acciaierie. Infine sconti per l’energia di cittadini e imprese: abbiamo chiesto che venga tagliata il 50 per cento della bolletta”. Tecnicamente queste opere di compensazione saranno poste come condizione al decreto con cui la giunta formalizzerà l’intesa con lo stato, un provvedimento che dovrà accompagnare l’autorizzazione unica ed essere poi ratificato dal nuovo governo. C’è la possibilità che qualcosa vada storto con il cambio dell’esecutivo? “Ritengo che non vi siano ostacoli in questo senso: se una popolazione ha un disagio deve essere ricompensata”, risponde Giani. E dunque se tutto andrà come da programma, nonostante le polemiche l’opera potrebbe essere approvata in tempi record grazie alle semplificazioni introdotte dal governo Draghi: 120 giorni dall’istanza presentata da Snam. Il tutto senza rinunciare alle verifiche sulla sicurezza del progetto e al confronto con il territorio. Accentrare il controllo nelle mani di una figura commissariale funziona? “E’ stata un’esperienza interessante. Spero che il metodo del commissariamento con procedimento semplificato possa essere riproposto anche per altre opere pubbliche che interessano questo territorio, dove ci sono infrastrutture ferme da troppi anni”. 
 

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  • Maria Carla Sicilia
  • Nata a Cosenza nel 1988, vive a Roma da più di dieci anni. Ogni anno pensa che andrà via dalla città delle buche e del Colosseo, ma finora ha sempre trovato buoni motivi per restare. Uno di questi è il Foglio, dove ha iniziato a lavorare nel 2017. Oggi si occupa del coordinamento del Foglio.it.