Foto dalla pagina Facebook di Caroli Hotels

in puglia

Cosa non torna nella storia degli hotel “chiusi per una bolletta da 500 mila euro”

Ermes Antonucci

L'imprenditore Attilio Caputo ha annunciato la chiusura dei suoi cinque hotel dopo aver ricevuto una bolletta elettrica da mezzo milione. La notizia è stata rilanciata da tutti i media, ma i punti oscuri della vicenda sono tanti

"Bolletta da mezzo milione di euro, chiude storica catena alberghiera pugliese". E’ probabilmente la notizia più letta degli ultimi giorni. E’ stata rilanciata in massa dai principali organi di informazione ed è rimbalzata sulle bacheche social di milioni di persone. Nessuno è riuscito a sfuggire all’annuncio fatto da Attilio Caputo, direttore generale di Caroli Hotels, gruppo con cinque alberghi sparsi per il Salento e la Puglia, 1.100 posti letto e 275 dipendenti: “Chiudiamo gli hotel a causa degli alti costi dell’energia elettrica, dopo quasi sessanta anni di attività ininterrotta”. A far scattare la clamorosa decisione sarebbe stata una bolletta dell’energia elettrica da 500 mila euro relativa ai mesi di luglio e agosto, in aumento del 500 per cento rispetto ai 100 mila euro spesi nello stesso periodo lo scorso anno.

 

“Basta, chiudo i 5 hotel: una sola bolletta brucia 56 anni di duro lavoro”, ha dichiarato Caputo al Fatto quotidiano. “Siamo in un periodo di economia di guerra, andrebbero applicate le norme straordinarie di un periodo come questo”, ha ribadito Caputo ospite di Tagadà su La7. A Tgcom24 Caputo ha confermato anche di aver avviato il percorso la messa in cassa integrazione dei dipendenti, ricordando che la “Germania ha utilizzato 200 miliardi di euro per sostenere le imprese e le famiglie tedesche”.

 

Insomma, Caputo è ovunque, su giornali e in tv, a denunciare gli oggettivi rincari dei prezzi dell’energia. Eppure diversi elementi sembrano non tornare nella vicenda del gruppo Caroli. Innanzitutto la decisione di chiudere cinque hotel in seguito all’arrivo di un’unica maxi-bolletta energetica: possibile che un gruppo attivo dal 1966 non sia in grado di gestire un colpo del genere, e di proseguire l’attività almeno per qualche altro mese? Possibile che una così grave decisione arrivi al termine di una stagione estiva che ha registrato un boom in quanto a presenze nelle località turistiche, tornate persino a essere in linea con i numeri pre-pandemia? Insomma, non è che la decisione è stata dettata più dalla normale dinamica che vede il Salento essere invaso da turisti nella stagione estiva ed essere più “dimenticato” nel resto dell’anno?

 

Chi in passato ha lavorato per Caputo rivela al Foglio che “in realtà solitamente soltanto una delle cinque strutture appartenenti al gruppo resta aperta nei mesi non estivi, per l’organizzazione di eventi e appuntamenti”.

 

Si arriva, infine, alla domanda cruciale: qualcuno ha verificato l’esistenza della bolletta e quindi l’aumento riferito allo stesso periodo dell’anno scorso? Ci abbiamo provato, telefonando direttamente a Caputo e chiedendogli se fosse possibile avere copia delle bollette da uno dei suoi collaboratori: “La bolletta potete chiederla a Ursula?”, ha risposto. “Ursula?”. “Sì, a Ursula von der Leyen, all’Europa che non fa niente per aiutare le imprese e le famiglie”. “Ma noi dobbiamo verificare la notizia, capisce?”. “E la notizia ve la do io, poi se vi interessa la pubblicate”. “Ma scusi, se una mattina un imprenditore si sveglia e dice di aver ricevuto una bolletta da dieci milioni di euro noi non possiamo mica pubblicare la notizia”. “E non fa niente, non c’è problema, non pubblicate la notizia. Ma il problema è facile, basta chiedere a Nomisma, all’Istat, quello è l’aumento che c’è stato in percentuale, non è che l’ho inventato io”.

 

Nessun dubbio che il rincaro dell’energia sia un problema da affrontare. Ma con serietà, non con la pigrizia di organi di informazione sempre alla ricerca di “maschere” da inserire nel grande racconto dell’indignazione collettiva.

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