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editoriali

Un taglio al taglio delle accise

Lo sconto sui carburanti è molto costoso, meglio usare le risorse per il gas

Il taglio di 25 centesimi delle accise su benzina e gasolio che era stato esteso a luglio scade il 20 settembre e il governo sembra pronto a valutare un’ulteriore proroga. Ma siamo sicuri che sia debito buono? La riduzione del prelievo fiscale sui carburanti per autotrazione costa all’incirca un miliardo di euro al mese. A sei mesi dall’introduzione di questa misura straordinaria e temporanea, forse è opportuno chiedersi se i benefici per gli automobilisti siano superiori ai costi per l’erario. La scelta di intervenire era discutibile fin da subito: per quanto consistenti, i rincari di benzina e gasolio non sono confrontabili con quelli della luce e del gas, del tutto senza precedenti. Inoltre, quando il taglio venne disposto per la prima volta – a marzo – le quotazioni del brent sfioravano i 130 dollari, mentre oggi sembrano ripiegare al di sotto dei 100 dollari, seppure questa riduzione sia parzialmente compensata dall’apprezzamento del dollaro.

 

Insomma: tenendo conto dei vincoli di finanza pubblica forse i tempi sono maturi per ripristinare il consueto livello delle accise, o quanto meno per ridurre l’entità dello sconto. Anche perché siamo passati da un eccesso all’altro: se prima sui carburanti avevamo il fisco più esoso d’Europa, ora siamo scesi attorno alla media Ue, che tiene conto anche di nazioni con redditi pro capite molto inferiori al nostro e caratterizzate da un prelievo meno gravoso. Intendiamoci: dare sollievo agli automobilisti in un momento di estrema difficoltà è un obiettivo condivisibile. Solo che la politica è l’arte di scegliere quali finalità siano più meritevoli di essere perseguite, visto che tutto non si può fare. Oltretutto, la proroga dello sconto rischia di lasciare una polpetta avvelenata al prossimo governo, che già troverà poco spazio fiscale a causa della molteplicità di sconti, bonus e “sussidi ambientalmente dannosi” adottati con voto bipartisan in questi mesi. Questa fase di alti prezzi dell’energia non è transitoria: è destinata a durare e come tale va affrontata.

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