Nello scontro con l’Ucraina e i suoi alleati si vede bene come Putin sia tentato dall’autarchia economica e politica. Facendo così la Russia perde gli informati che in qualche milione sono già scappati e guadagna il consenso delle persone legate alla tradizione. Ma rende improbabile che l’economia moderna possa svilupparsi
Nei paesi ricchi di materie prime energetiche come l’Arabia Saudita e l’Iran, è facile centralizzare i proventi che scaturiscono dal sottosuolo e usarli a scopi di potenza. La potenza si può manifestare sia in forma conservatrice sia rivoluzionaria. L’Arabia Saudita è un paese conservatore, perché conserva il tenore di vita delle migliaia di principi che la governano. L’Iran ha ambizioni rivoluzionarie perché convinto di possedere la profondità storica per plasmare i destini dei territori già nell’orbita degli imperi riesumatisi in un regime islamico. L’ambizione rivoluzionaria si manifesta sia all’interno sia, ed è qui che si creano le frizioni, all’esterno. La Russia, anch’essa molto ricca di materie prime, è in parte “saudita”, quindi conservatrice, dove i suoi principi sono i poco numerosi oligarchi e i molto numerosi siloviki, e in parte “iraniana”, quindi rivoluzionaria, perché crea delle frizioni internazionali.
Nella Russia di oggi esiste una logica politica ed economica che può spingerla verso la conservazione, e quindi entrare nel sistema del diritto internazionale e del libero scambio, oppure la spinta è verso la rivoluzione, che si manifesta de-modernizzando il paese e riesumando le mai sopite ambizioni imperiali?
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