la fallacia del sistema

La gestione conservatrice e rivoluzionaria dell'energia che porta Mosca in un vicolo cieco

Giorgio Arfaras

Nello scontro con l’Ucraina e i suoi alleati si vede bene come Putin sia tentato dall’autarchia economica e politica. Facendo così la Russia perde gli informati che in qualche milione sono già scappati e guadagna il consenso delle persone legate alla tradizione. Ma rende improbabile che l’economia moderna possa svilupparsi

Nei paesi ricchi di materie prime energetiche come l’Arabia Saudita e l’Iran, è facile centralizzare i proventi che scaturiscono dal sottosuolo e usarli a scopi di potenza. La potenza si può manifestare sia in forma conservatrice sia rivoluzionaria. L’Arabia Saudita è un paese conservatore, perché conserva il tenore di vita delle migliaia di principi che la governano. L’Iran ha ambizioni rivoluzionarie perché convinto di possedere la profondità storica per plasmare i destini dei territori già nell’orbita degli imperi riesumatisi in un regime islamico. L’ambizione rivoluzionaria si manifesta sia all’interno sia, ed è qui che si creano le frizioni, all’esterno. La Russia, anch’essa molto ricca di materie prime, è in parte “saudita”, quindi conservatrice, dove i suoi principi sono i poco numerosi oligarchi e i molto numerosi siloviki, e in parte “iraniana”, quindi rivoluzionaria, perché crea delle frizioni internazionali.
Nella Russia di oggi esiste una logica politica ed economica che può spingerla verso la conservazione, e quindi entrare nel sistema del diritto internazionale e del libero scambio, oppure la spinta è verso la rivoluzione, che si manifesta de-modernizzando il paese e riesumando le mai sopite ambizioni imperiali?


Ai tempi di Stalin si poteva raddoppiare il pil  solo spingendo i contadini a lavorare nelle fabbriche. Lo spostamento forzato da un mondo a bassa produttività ad uno ad alta era un modo molto efficace per aumentare la produzione anche in presenza di un’organizzazione dell’industria non proprio efficiente. La disciplina era la modalità di funzionamento del sistema. La disciplina si estendeva nel sistema politico che era mono partito con una forte impronta patriottica. Nel passaggio alla società “postindustriale”  anche in Russia negli ultimi decenni, la forza lavoro diventa, almeno in alcune fasce, altamente istruita. Le idee e non più la disciplina diventano la modalità di funzionamento del sistema. Possiamo chiamare, in mancanza di meglio, la fascia della popolazione istruita come quella degli “informati”. Con il diffondersi del benessere le maggioranza delle persone può per la prima volta nella storia pensar meno a sopravvivere e più alla qualità della vita. Le persone diventano più tolleranti e individualiste e molto meno deferenti. I “valori di sopravvivenza” sono sostituiti dai “valori di espressione personale”. Gioca un gran ruolo il passaggio da un sistema mediatico centralizzato alla la rete. All’autocrate non basta più il controllo del sistema mediatico centralizzato, perché le informazioni si diffondono in modo autonomo e  in  mille rivoli.


La cooptazione nel sistema autocratico degli informati richiede molte risorse politiche. Quando queste si esauriscono, perché gli informati sono diventati una sfida al sistema, gli autocrati si rivolgono alla censura. Non hanno però bisogno di censurare tutto, perché ciò che rileva per loro è impedire che i media dell’opposizione raggiungano il pubblico di massa. Nelle battaglia politica di Navalny  abbiamo assistito a tutte queste vicende. Una censura che è cresciuta nel tempo perché si stava consolidando un’organizzazione di oppositori dotata di un proprio sistema mediatico piuttosto diffuso che si stava allargando. 
Siamo giunti a quel che sta accadendo oggi in Russia. All’inizio dell’èra postindustriale, la maggior parte delle persone è portatrice dei valori dell’èra industriale, a loro volta improntati ai valori dell’agricoltura. Le persone sono conformiste e avverse al rischio. Tra queste si hanno quelle legate alla tradizione. Gli autocrati sfruttano questi sentimenti, mentre bollano gli informati come sleali verso la patria e sessualmente devianti.


Nello scontro con l’Ucraina e i suoi alleati si vede bene come Putin sia tentato dall’autarchia sia economica sia politica. Facendo così Putin perde gli informati che in qualche milione sono già scappati in altri paesi dall’inizio dell’aggressione contro l’Ucraina, e guadagna il consenso delle persone legate alla tradizione.

 

E’ questa una scelta che funziona nell’immediato, ma non alla lunga. Con le persone legate alla tradizione e quindi avverse al rischio, e che hanno solitamente un livello di istruzione modesto, è improbabile che l’economia moderna, quella post industriale basata sulla conoscenza, possa svilupparsi. Come pensano allora di fare in futuro, forse non troppo lontano, quando la ricchezza smetterà di sgorgare dalle materie prime non rinnovabili perché esaurite oppure sostituite da quelli rinnovabili?

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