Fuga dalla Borsa

Redazione

Forse Cattolica e poi Atlantia, prosegue il delisting da Piazza Affari 

Dopo l’Opa, Generali è pronta a superare la soglia del 90 per cento di Cattolica, aprendo la porta  al delisting della compagnia assicurativa da Piazza Affari dove è quotata da 22 anni e ha una capitalizzazione di 1,5 miliardi. Anche l’operazione a cui stanno lavorando i Benetton con Blackstone porterà all’uscita dalla Borsa di Atlantia, che di miliardi ne capitalizza 18,5. Solo con l’uscita di queste due società Borsa Italiana si alleggerirà di 20 miliardi dopo i 55 persi negli ultimi 15 anni, secondo lo studio Polimi-Intermonte. Ma è un calcolo approssimato per difetto, perché altri addii sono imminenti (La Doria, dal 27 maggio) o si preparano (Coima) mentre nuove quotazioni non si vedono all’orizzonte, complice l’incertezza della guerra in Ucraina che ha depresso i mercati finanziari di tutta Europa e deluso le aspettative di gruppi come Iveco, sbarcati sul listino milanese a inizio 2022.

 

Tralasciando i motivi di questa fuga che a livello globale ha conosciuto un’accelerata per  l’attivismo dei fondi di private equity, ci sarebbe da domandarsi cosa intenda fare Euronext – proprietario di Borsa italiana – per contrastare un fenomeno che nel nostro paese sta assumendo dimensioni più rilevanti. Vero che il numero delle società quotate non è mai stato tanto alto (oltre 400), ma solo perché le piccole stanno diventando più numerose delle grandi mentre in realtà Piazza Affari sta perdendo di valore in una fase in cui la crescita dell’Italia, grazie anche al Recovery plan, dovrebbe esprimersi pure attraverso il progresso del suo mercato azionario.

 

L’idea che aleggia nel gruppo guidato da Stéphane Boujnah, che di recente ha nominato l’avvocato d’affari Claudia Parzani come presidente di Borsa Italiana, è che bisogna un po’ assecondare quest’ondata aspettando che passi. Un’idea che convince sempre meno gli osservatori che si aspettavano maggior dinamismo da parte di Euronext nell’aumentare l’attrattività del listino milanese agli occhi delle imprese che vogliono crescere.

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