botta e risposta
Tra Orlando e Confindustria volano ancora gli stracci: "Ridicola"
Lo scontro tra il ministro del Lavoro e la Confederazione generale dell'industria italiana si accende. A Bonomi che aveva parlato di "ricatto" sui salari fa seguito l'intervista dell'esponente dem
"È ridicolo. Ho proposto un accordo il che presuppone appunto l’accordo tra le parti sociali, come si può parlare di ricatto! Quella di Confindustria è una reazione spropositata che sottovaluta il rischio sociale che può venirsi a creare nei prossimi mesi a causa della guerra in Ucraina e delle sue conseguenze economiche". Con queste parole a Il Manifesto il ministro del lavoro, Andrea Orlando, inasprisce il confronto con Confindustria e il presidente Bonomi, il quale aveva definito per l'appunto "ricatto" la proposta del ministro di aiutare le imprese che aumentano i salari. Insomma: volano gli stracci.
Orlando dice al giornale diretto da Norma Rangeri che "da mesi si parla di un 'patto' il che significa dare e avere. Io credo che la cosa più urgente che un patto deve affrontare, assieme a quella energetica, sia la crisi salariale. La proposta è molto semplice: per affrontare questa situazione totalmente inedita si tratta di definire un avviso comune tra le parti sociali nel quale, a fronte di un sostegno alle imprese si registri un impegno al rinnovo dei contratti, a partire da quelli scaduti da più tempo". È proprio questo il problema per Confindustria: cadere in una spirale salari – prezzi – salari, come è successo negli anni ’70, a fronte di un tasso inflattivo in forte ascesa. Per questo la proposta di Bonomi è quella di un taglio del cuneo fiscale così da trasformare una parte della tassazione in salario netto in busta senza impatto inflattivo. Anche perché l’inflazione europea è trainata principalmente dal lato dell’offerta – ossia lo shock energetico e l’aumento delle materie prime – e non da quello della domanda – acquisti dei consumatori -.
Il segretario del Pd Enrico Letta intervenendo all'Agorà ha definito "inaccettabili" le parole di Confindustria. "Il ministro del Lavoro non ricatta nessuno - ha precisato -, non c'è alcun ricatto in corso, c'è la volontà di porre a tutto campo una questione che il governo pone, e riguarda i lavoratori e gli imprenditori, con un forte e strutturale intervento sul cuneo fiscale". Lo stesso Letta, però, pur difendendo il suo ministro, parla di cuneo fiscale più che di aumento vero e proprio dei salari, a testimonianza della difficoltà oggettiva nel sostenere una manovra di questo tipo anche all’interno del Pd.
La proposta di Orlando, che tratta sicuramente un tema sensibile visto che in Italia gli stipendi sono più bassi di 30 anni fa, sembra fatta più che per questioni ideologiche che economiche: inseguire l’"alleato" Conte – che è tutto un dire - su temi di sinistra.
Difficoltà e soluzioni