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non solo sanzioni

La logistica taglia i ponti con Mosca. Da oggi la Russia è ancora più isolata

Maria Carla Sicilia

L'economia russa è sotto pressione. Msc, Maersk e altre grandi compagnie container hanno interrotto i loro traffici da e per i porti russi. La guerra rallenta la catena globale degli approvvigionamenti 

Le conseguenze dell’invasione dell’Ucraina si fanno sempre più complicate per l’economia della Russia. Non ci sono solo le sanzioni internazionali a minacciare il collasso finanziario, ma anche la concreta possibilità che il paese si trovi isolato nella catena degli approvvigionamenti. La situazione è precipitata all’improvviso e oggi i più importanti colossi della logistica globale hanno deciso di tagliare i ponti con Mosca. 


L’ultima ad annunciare la ritirata è la Mediterranean Shipping Company (Msc), la prima compagnia di navigazione al mondo per la capacità di trasporto della sua flotta, fondata dall’italo-svizzero Gianluigi Aponte (e interessata con Lufthansa all’acquisto di Ita). Il blocco temporaneo è in vigore da oggi, ma già da qualche giorno le attività di cargo erano state contingentate coinvolgendo anche i porti ucraini per via delle difficoltà a navigare nel Mar Nero. 


Poco prima di Msc è stato il gigante danese Maersk a comunicare la sospensione dei suoi servizi nei porti della Russia. Insieme, queste due compagnie raggiungono una quota di mercato del 17 per cento su scala globale e collegano il paese con il resto del mondo attraverso i punti di accesso nel Mar Baltico, nel Mar Nero e sulla costa orientale. I porti interessati sono una decina, tutti nella rete capillare di Maersk e alcuni in quella altrettanto estesa di Msc. Non solo. Lunedì era stata la società giapponese di spedizioni di container Ocean Network Express (One) ad avvisare i suoi clienti che le rotte da e per la Russia sarebbero state interrotte, seguendo quanto deciso anche dall’azienda tedesca Hapad-Lloyd


Così, in meno di 48 ore quattro tra le sei più grandi compagnie container al mondo hanno boicottato il paese, infilando in un collo di bottiglia i suoi fornitori e clienti nel mondo. Le uniche merci che continueranno a viaggiare sono quelle essenziali: nei supermercati e nelle farmacie saranno garantiti cibo, beni umanitari e attrezzature mediche. Questo vuol dire che a soffrire non sarà solo la società civile ma tutto il sistema industriale, perché tra i beni che pesano di più sull’import ci sono i prodotti tecnologici che vengono poi trasformati, ma anche le automobili e la relativa componentistica. Per il resto saranno garantiti solo i carichi prenotati prima dell’entrata in vigore delle sanzioni.   


La decisione riflette la difficoltà di portare avanti gli scambi commerciali dopo l’introduzione delle sanzioni da parte di Europa e Stati Uniti, e i riflessi ci saranno anche a occidente. Come ha spiegato la stessa Msc, “ci saranno ritardi significativi poiché paesi come Paesi Bassi, Belgio e Germania stanno trattenendo le navi in ​​rotta verso la Russia alla ricerca di merci soggette a restrizioni”. C'è da aspettarsi che ne risenta l’intera catena di approvvigionamento globale,  a stento ripartita dopo le difficoltà legate alla pandemia che ancora pesano sui traffici internazionali. E anche questa è una chiave per interpretare la scelta di tagliare i ponti con la Russia: meglio razionalizzare le rotte e i costi. Da oggi la Russia è ancora più isolata.
 

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  • Maria Carla Sicilia
  • Nata a Cosenza nel 1988, vive a Roma da più di dieci anni. Ogni anno pensa che andrà via dalla città delle buche e del Colosseo, ma finora ha sempre trovato buoni motivi per restare. Uno di questi è il Foglio, dove ha iniziato a lavorare nel 2017. Oggi si occupa del coordinamento del Foglio.it.