editoriali
Sanzioni dure, ampie e immediate
Non si chiede di morire per Kyiv, ma di non perdere la dignità per lo Swift
L’Unione europea e gli Stati Uniti stanno decidendo quali sanzioni imporre alla Russia per rispondere all’invasione dell’Ucraina. Dovranno essere pesanti, ampie e immediate. E’ importante che scattino presto, colpiscano un ampio ventaglio di interessi e agiscano in profondità. Non saranno sufficienti, ma sono l’arma che i paesi occidentali hanno scelto in alternativa a una reazione militare. Affinché sia efficace non basterà picchiare sugli oligarchi sodali di Putin, sarà necessario tagliare il legame tra la Russia e il mercato internazionale dei capitali. Lo strumento più immediato è il blocco del sistema Swift che regola le transazioni finanziarie. Spingono su questa strada i paesi baltici, un tempo sotto il giogo sovietico e oggi membri dell’Ue e della Nato, appoggiati dalla Gran Bretagna. Nella Ue non c’è consenso, molti paesi hanno messo le mani avanti, tra questi la Germania e l’Italia. A tirare il freno sono soprattutto le banche.
Secondo la Banca dei regolamenti internazionali l’esposizione verso la Russia s’aggira sui 30 miliardi di dollari, la maggior parte è in carico alle banche europee, quelle tedesche e italiane sono tra le più esposte. E’ comprensibile, dunque, l’atteggiamento cauto se si guarda agli interessi immediati. Trenta miliardi di dollari sono un bel mucchio di quattrini. Non solo: attraverso il sistema Swift passano anche i pagamenti del gas, il che potrebbe avere ricadute pesanti sulle forniture energetiche. E tuttavia come si fa a non capire che Putin ha rovesciato tutti gli equilibri scaturiti dal crollo dell’Unione sovietica? I banchieri non si rendono conto di cosa c’è in gioco? O sono così miopi da non vedere che il nuovo zar può chiudere quando vuole le loro filiali moscovite, con o senza Swift? Siamo in guerra e non l’abbiamo voluta noi. L’interesse europeo e quello italiano dovrebbero spingerli non a fare pressione sul governo, ma a fare appello al proprio senso del dovere, a cercare alternative non scappatoie. Gli interessi delle banche sono importanti, ma in gioco c’è molto di più.
Verso la legge di bilancio