le regole per il lavoro agile

Sullo smart working c'è l'accordo tra governo, Confindustria e sindacati

Francesco Corbisiero

Il ministro del Lavoro, industriali, Cgil, Cisl e Uil trovano l'intesa per regolamentare il lavoro agile. La firma del testo arriva il giorno dopo la rottura sulla legge di Bilancio. Ecco cosa cambia per chi lavora da remoto

Chi si aspettava un incontro conflittuale tra le parti sociali aveva sbagliato a fare i conti. Perché in occasione della firma dell'accordo-quadro che regolamenta il ricorso allo smart working, il governo e i sindacati tornano a stringersi la mano. Il gesto di distensione arriva all’indomani dell’annuncio di uno sciopero generale, fissato per il prossimo 16 dicembre, contro la legge di Bilancio, considerata “insufficiente” sul piano dei contenuti da Cgil e Uil. E restituisce l’immagine di un governo disposto al dialogo, pur dopo un’iniziale sbigottimento espresso dal presidente del Consiglio Mario Draghi.

 

Al fatto che si tratti di un segnale di volontà per rilanciare il dialogo fa cenno Andrea Orlando. In risposta ai cronisti, il ministro del Lavoro si è augurato che il metodo di confronto utilizzato per lo smart working, rivelatosi “in questo caso proficuo”, sia adottato "anche in altri passaggi e per altre questioni” in arrivo all’ordine del giorno molto presto. 

 

Smart working, le nuove regole 

Il testo, firmato questo pomeriggio da governo, Confindustria e sindacati e rivolto ai lavoratori del settore privato, fissa una cornice di riferimento utile anche alla contrattazione collettiva nazionale, aziendale e territoriale. Al suo interno si stabilisce che il ricorso al lavoro agile avverrà su base volontaria, verrà subordinato alla sottoscrizione di un accordo individuale e garantirà il diritto di recesso. Il rifiuto di aderire o svolgere la propria prestazione in modalità agile non contribuirà ai fini del licenziamento e non rileverà sul piano disciplinare. Per il lavoro da remoto non sono previsti orari di lavoro precisi, ma viene lasciata autonomia nello svolgimento della prestazione all'interno di obiettivi prefissati e nel rispetto dell'organizzazione delle attività assegnate dal responsabile. E, pur se legato a fasce orarie, è sancito il diritto alla disconnessione nell’orario al di fuori del quale il lavoratore eroga la propria prestazione, compresi i casi di assenze cosiddette legittime (malattia, infortunio, permessi retribuiti e ferie).

 

Anche il segretario generale della Cisl Luigi Sbarra ha espresso soddisfazione per il raggiungimento dell’accordo, considerato “un punto di svolta”, che “contribuirà a nuovi modelli di organizzazione del lavoro e di convivenza, a livelli di produttività e benessere lavorativo maggiori e alla parità di genere”. Ma quella del segretario generale della Cisl, unica sigla a disapprovare l’organizzazione di una protesta contro la manovra, non è l’unica voce a favore dell’accordo. A nome della propria organizzazione il segretario confederale della Uil, Tiziana Bocchi, si dice“molto soddisfatta” della sottoscrizione del protocollo. E pure la segretaria confederale della Cgil, Tania Scacchetti, definisce “positivo” il risultato raggiunto. L’assenza, al tavolo di confronto, dei numeri due di queste ultime organizzazioni è dovuto alla concomitanza con la conferenza stampa durante cui Maurizio Landini e Pierpaolo Bombardieri hanno spiegato le ragioni della protesta.