Andrea Illy (LaPresse)

Il nostro nuovo Rinascimento con Draghi alla guida. Parla Illy

Annalisa Chirico

“Mi auguro che resti a Palazzo Chigi e poi al Quirinale per molti anni a venire”. L’Italia sui binari giusti di un nuovo modello socioeconomico

"Mi auguro che Mario Draghi resti a Palazzo Chigi e poi al Quirinale per molti anni a venire”, parla così al Foglio l’imprenditore Andrea Illy che, per il premier Draghi, non vede un’alternativa secca tra i due incarichi. “Se c’è la volontà politica, il presidente potrà svolgere entrambi i ruoli al momento opportuno. Non sono un costituzionalista ma in politica si può tutto”, scandisce il presidente di Illycaffé. Intanto il premier, ricordando in Senato i risultati della campagna vaccinale, ha ringraziato gli italiani che hanno “superato le esitazioni”. “Il vaccino – prosegue Illy – ci ha consentito di uscire dalla stagione delle chiusure e della perdita dei posti di lavoro. La turbo leadership del presidente Draghi, insieme alle parole di saggezza del capo dello stato Sergio Mattarella, hanno accompagnato gli italiani in una fase delicata: adesso la ripresa c’è, è vigorosa, le aperture non sono più percepite come temporanee e ciò infonde fiducia nei mercati e negli investitori. Bisogna lavorare sodo per creare lavoro e gettito fiscale che consenta di contenere l’incremento, si spera temporaneo, del debito pubblico”. 

Illy: "Mi auguro che Draghi resti a Palazzo Chigi"

Lei è ottimista per il futuro? “Viviamo un momento magico, come accade, di norma, all’indomani di una guerra. Nel nostro caso non abbiamo subìto bombardamenti, eppure ci troviamo dentro una rivoluzione industriale che segna un cambio d’epoca. Da un’era ‘estrattiva’, basata principalmente sull’estrazione di risorse e sul depauperamento ambientale, stiamo passando a un’era ‘rigenerativa’ che coniuga lo sviluppo economico con l’attenzione all’ambiente al fine di ridurre la nostra impronta ecologica, mantenere integre le risorse del pianeta e lasciare un’eredità positiva ai posteri. Solo il Rinascimento è paragonabile all’epoca che viviamo, e anche allora le persone non erano consapevoli della eccezionalità del momento”. 

  
Presidente, il Covid è definitivamente alle nostre spalle? “Non lo sarà mai del tutto, impareremo a convivere con questo virus in forma endemica. Alcuni dispositivi di precauzione ci accompagneranno per lungo tempo e diventeranno parte della nostra quotidianità, esattamente com’è accaduto all’indomani dell’attacco alle Torri gemelle del 2001: le misure di prevenzione antiterrorismo, che ci obbligano ancora oggi a una fila interminabile di controlli in aeroporto, sono entrate a far parte della routine di ogni passeggero e ciò non ha comportato un calo dei voli. Al contrario, dal 2001 in poi il traffico aereo è quintuplicato. Certo, gli asiatici hanno preso a viaggiare, le low cost pure, ma se la gente avesse paura gli aerei resterebbero a terra”. 

  
Il commissario straordinario all’emergenza Francesco Paolo Figliuolo ha detto che, con il 90 percento di vaccinati, strumenti come il green pass potranno essere rivisti. “La carta verde è solo un mezzo per riprendere una vita in sicurezza, se n’è parlato fin troppo. Il vero problema è come superare il caos generato dal Covid, si impiegheranno un paio d’anni per risolvere le gravi disfunzioni determinatesi nell’approvvigionamento delle materie prime e nelle filiere logistiche. La carenza delle materie prime, inoltre, provoca squilibri macroeconomici come la ripresa dell’inflazione: un certo aumento dei prezzi è positivo per uscire dalla ‘trappola della liquidità’ in cui siamo caduti ma una fiammata inflazionistica deprimerebbe i consumi”. 

  
Illy: "Per la transizione ecologica fondamentale inventare nuove tecnologie"

Il cuore pulsante della nuova rivoluzione industriale è rappresentato dalla transizione ecologica che assorbe gran parte del Pnrr. Secondo lei, l’Italia è sui binari giusti? “Direi di sì, abbiamo intrapreso un percorso coerente volto a realizzare un nuovo modello socioeconomico in chiave rigenerativa, basato su economia circolare e decarbonizzazione. L’impronta ecologica degli esseri umani è circa cinquecento volte superiore alle altre specie. Dobbiamo riparare gli squilibri ambientali del passato e inventare nuove tecnologie. Prendendo in prestito una formula impiegata da Luisa Todini, direi che la sostenibilità deve sostenere la ripresa”. 

  
Per investire, gli imprenditori, oltre alle dichiarazioni di principio, chiedono una burocrazia più snella ed efficiente, un esempio è dato dalle aste per eolico e fotovoltaico che in Italia, negli ultimi mesi, vanno quasi deserte. “I tempi degli iter amministrativi sono un elemento decisivo per incoraggiare gli investimenti. Per questo, è stato chiamato sulla tolda di comando il presidente Draghi che non è Pico della Mirandola ma in ruoli e contesti ben più complessi ha mostrato straordinarie qualità di leadership. Il nostro è un paese ingessato da decenni di non riforme, abbiamo avuto sessantasette governi in settantacinque anni di storia repubblicana, i governi da noi non hanno il tempo di fare le cose. Draghi, invece, può farle”. 

  
Il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani ha detto che non esiste un piano B alla transizione ecologica e che, con il decreto Semplificazioni, i tempi autorizzativi per gli impianti verdi si ridurranno a 250 giorni. “In questa partita il governo si gioca un pezzo della propria credibilità, per questo agisce in modo spedito. I target europei sono vincolanti e stringenti. A livello globale, a partire dagli obiettivi di Parigi del 2015, i governi destinano ingenti investimenti alla missione ambientale, si è innescata una concorrenza positiva tra blocchi economici (Stati uniti, Cina ed Europa). Gli obiettivi Esg innalzano ulteriormente le aspettative e sono ormai un benchmark per gli operatori finanziari. Il vertice di Glasgow è un appuntamento da seguire con attenzione”. 

  
Dai pannelli fotovoltaici alle terre rare: la dipendenza dell’Italia dalle forniture estere rischia di essere una zavorra? “Assistiamo a un tiro alla fune. Laddove il paese è sprovvisto di materie prime, deve investire nella ricerca per produrre alternative tecnologiche che lo rendano indipendente”. Il ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti ha lanciato il progetto di una industria nazionale delle batterie elettriche. “E’ un obiettivo verso cui tendere. Non in modo assoluto, sia chiaro. L’Italia deve fare politica internazionale, come ogni altro paese, per accaparrarsi anche le materie prime di cui è carente. Viviamo in un mondo interconnesso, nessuno può considerarsi una monade isolata. Persino la Cina, ingaggiata nella competizione con gli Usa, non ha certo interesse a isolarsi dal resto del mondo. La vera sfida di Pechino è la conquista del primato tecnologico, non politico né militare”. 

  
Quando lei parla di transizione, si riferisce a un mix di fonti energetiche o a una nello specifico? “Io ho una netta preferenza per il solare e, in particolare, per quello ad alta intensità, con gli specchi a tappeto che si osservano in Spagna, nei deserti del Nevada e che potrebbero installarsi in Africa. Come Internet consente oggigiorno lo stoccaggio di dati a livello globale, così dovremmo lavorare a una ‘Super Grid’ solare di dimensione planetaria. Credo che questa sarà l’evoluzione dell’energia rinnovabile del futuro”. 

  
L’ad Eni Claudio Descalzi ha ricordato recentemente che in Africa 600 milioni di persone non hanno elettricità. “Oggi in Africa ci sono più smartphone che servizi igienici, il motivo è che il telefono è agganciabile ovunque, crea economie di scala ed elimina una barriera all’ingresso, l’allaccio alla rete. Se installassimo pannelli solari, anche esausti, sui tetti delle capanne, delle piccole batterie potrebbero fornire luce ed energia per trascorrere le ore serali in attività che non spingano in alto la curva demografica”. 
 

Dobbiamo preoccuparci per gli aumenti delle bollette di gas e luce? “Io non sono preoccupato perché, se i costi delle energie fossili salgono, aumenteranno gli investimenti nelle rinnovabili. La riconversione richiede tempo, è normale che nella fase intermedia si verifichino rincari temporanei”. Per un cittadino, però, sono costi reali. “Oggi le abitazioni possono essere ‘carbon negative’ al punto di rimettere energia nella rete. Sconsiglierei di intervenire contro il caro bolletta perché siamo in un’economia di mercato: se i costi energetici aumentano temporaneamente, gli utenti saranno incentivati a consumare meno e a puntare di più sull’efficienza energetica”. 

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